martedì 3 luglio 2007

Rifiuti in Campania: ecco perchè non sono un'emergenza!!!

Sono assolutamente d'accordo con quanto scritto la settimana scorsa da Giuseppe D'Avanzo sul quotidiano La Repubblica il quale lanciava la polemica "Perchè i rifiuti a Napoli non sono un'emergenza". Infatti, non si può definire emergenza una crisi che dura da ben 14 anni! Come definito dallo stesso D'Avanzo, si tratta di un ordigno politico ed istituzionale che ha ingoiato negli ultimi 10 anni ben 780 milioni di euro all'anno (!), quindi 15.000 miliardi delle vecchie lire in 10 anni!!! Ma il problema è sempre lì... E sono d'accordo con Giuseppe D'Avanzo quando si dichiara a sua volta d'accordo col senatore Roberto Barbieri (ex Ulivo ed ora facente parte del Gruppo Misto) in qualità di Presidente della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul ciclo dei rifiuti il quale ha dichiarato: "Emergenza rifiuti è soltanto un ossimoro". Il fallimento del ciclo dei rifiuti campani non è una disgrazia imprevista nè imprevedibile bensì un sistema, un'emergenza piena di paradossi.
1° paradosso: non esiste alcun ciclo dei rifiuti in Campania. Infatti, un ciclo industriale integrato dei rifiuti prevede azioni di prevenzione nella produzione (riduzione del volume dei rifiuti e raccolta differenziata) fino al riutilizzo e al riciclaggio del materiale, al recupero tecnologico di energia e allo smaltimento privo di effetti negativi per la salute dei cittadini e dell'ambiente. E' quello che succede ad esempio a Brescia (ma anche in molte altre città italiane), ove applicando questi metodi si ricava energia elettrica per la città e, oltretutto, si arricchiscono le casse comunali. Questo in Campania non è mai successo e non succede tuttora, nonostante sia stato previsto da tempo (erano infatti in progetto diversi termovalorizzatori): alla data odierna esiste solo un termovalorizzatore ancora in corso di realizzazione... Quindi in Campania l'unico modo oggi per smaltire i rifiuti è ancora la discarica, buttandovi dentro praticamente tutto! Quando la discarica è colma, se ne fa una da un'altra parte. Si tratta di un "non-ciclo" (come definito dalla Commissione Parlamentare) che richiede sempre discariche ed in pochissimo tempo. Se queste non si trovano, i rifiuti rimangono per strada oppure, nella migliore delle ipotesi, vengono spediti altrove (all'estero) in cerca di una soluzione. Per questo si creano siti provvisori ed abusivi che vengono gestiti dalla criminalità organizzata la quale fornisce in maniera molto veloce e a basso costo terreni, trasporto e soprattutto il controllo ed il consenso delle comunità che ospitano le discarihe!! Per bloccare questo "non-ciclo" nel 1996 (con scadenza il 31/12/2007) è stato creato un Commissariato Straordinario.
2° paradosso: il Commissariato Straordinario non conta nulla. Il Commissario (oggi è Guido Bertolaso, il capo della Protezione Civile) dovrebbe avere i poteri di decisione e di gestione utili a creare e a governare tutte le fasi del ciclo dei rifiuti. Ciò avviene in teoria ma non nella realtà in quanto è paralizzato da un infinito ingorgo istituzionale: le sue decisioni si sovrappongono inaftti a quelle del Ministero dell'Ambiente, del Presidente della Regione Campania, dei Consorzi tra Comuni, delle Provincie, ecc... Quindi, alla resa dei conti, prevale il "non-decidere" e così non si avvia quel "ciclo integrato" di cui si avrebbe bisogno. Questo ingorgo istituzionale crea le condizioni per l'uso clientelare delle funzioni pubbliche e per gettare al vento le risorse che sarebbero disponibili.
3° paradosso: ci sono 12 miliardi di euro a disposizione per venir fuori dalla crisi. In particolare, 3,4 miliardi destinati alla Regione Campania dal bilancio europeo ed altri derivanti da risorse nazionali e dal "Fondo aree sottoutilizzate". Una bella somma che potrebbe essere uilizzata assieme ad un serio piano normativo e ad un programma di interventi concreti già individuati dalla Commissione Parlamentare che eliminerebbe Commissariato, Enti intermedi e l'emergenza stessa. Ma sembra non ci sia la volontà da parte della Regione Campania...
Dunque il paradosso generale é: l'emergenza rifiuti conviene! Il 9 luglio dovrebbe chiudere la discarica appena aperta ad Ariano Irpino, mentre il giorno 10 aprirà quella di Terzigno che però ospiterà solo i rifiuti costituiti da "frazione organica stabilizzata": peccato però che in Campania non si faccia la raccolta differenziata... Quindi a Terzigno non arriveranno rifiuti che saranno così spediti all'estero (forse in Albania) o lasciati per strada... In pratica, in questi 14 anni è nata un'industria dell'emergenza rifiuti che distribuisce parcelle, licenze, reddito, profitti abusivi, finanziamenti nascosti e quanto di peggio c'è! Sembra essere tornati indietro di 20 anni quando il cosiddetto "partito unico della spesa pubblica" fece fortune politiche ed economiche inventando "emergenze" poi gestite con la mediazione sociale della camorra. Successe oltre 20 anni fa in occasione del terremoto in Irpinia e della successiva ricostruzione, succede oggi (e da 14 anni) per l'emergenza rifiuti!
Complimenti a Giuseppe D'Avanzo per l'ottimo articolo su La Repubblica: sono pienamente d'accordo! Intanto i rifiuti rimangono lì....

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo.
Saluti da Ariano Irpino.