Pubblico integralmente un articolo che ho trovato sul sito meteo
http://www.3bmeteo.com, scritto da Daniele Berlusconi.
Il “Mare Nostrum” negli ultimi anni sta diventando sempre più salato. La salinità è definita come la concentrazione totale di sali disciolti in un liquido (in prevalenza NaCl); quella dell’acqua di mare naturale ha in media una salinità di circa 35 ppt (parti per mille) o PSU (practical salinity units). Al contrario di ciò che avviene negli Oceani, e in particolare nel vicino Atlantico, negli ultimi anni non si è verificato lo stesso aumento di altezza della superficie marina, così come previsto dal riscaldamento globale. Di contro è invece aumentato in modo marcato il livello di salinità (vedi immagine in allegato relativa agli ultimi 10 anni), cosicché attualmente il Mediterraneo risulta di gran lunga il mare più salato al mondo con una media di circa 38.5 PSU. Ma perché succede questo? Le cause sono piuttosto complesse e innanzitutto vanno ricercate sul fatto di essere un mare molto chiuso e in cui l’evaporazione gioca un ruolo molto importante. Nell’ultimo periodo inoltre vi è stata una forte diminuzione dello scambio di acque con quelle a bassissima salinità del Mar Nero; questo avviene a causa delle opere di sistemazione idraulica dei grandi fiumi che sboccano nel Mar Mediterraneo. Il contributo di acque fluviali, per esempio del fiume Nilo, è compromesso dalle mastodontiche opere idrauliche avvenute nel bacino del fiume o per l'incremento esponenziale degli usi idrici che aumentano poi la dispersione per evaporazione negli impianti di trattamento reflui e per usi domestici. Ciò determina anche un aumento della salinità media del Mediterraneo da Ovest verso Est, con il bacino orientale molto più salato. L’aumento del volume delle acque dell’Atlantico nel flusso verso lo Stretto di Gibilterra viene dunque bilanciato dalla differente pressione osmotica dovuta alla differenza di salinità, per cui l’apporto volumetrico dall’Oceano risulta piuttosto esiguo, facendo si che il bilancio idrico rimanga nettamente negativo. In conclusione rimarchiamo come questo “anomalo” comportamento del nostro bacino sia ancora difficilmente prevedibile dai modelli di simulazione globali a grande scala, mentre sia necessario sviluppare e migliorare i modelli regionali climatici a più alta risoluzione per avere previsioni più attendibili riguardo alle conseguenze del riscaldamento globale su alcune aree ristrette del Pianeta, come il Mediterraneo. In secondo luogo l’aumento della salinità è sicuramente causa di innumerevoli danni ad alcuni delicati ecosistemi marini presenti nel nostro Mare.
La situazione quindi comincia a farsi delicata per il nostro mare, e naturalmente buona parte della responsabilità è ancora una volta dell'attività umana: l'uomo non si accorge (o non vuole vedere) che sta pian piano distruggendo la natura che lo ha ospitato un pò di millenni fa...
Nessun commento:
Posta un commento