giovedì 3 gennaio 2013
L'inserto "Il Venerdì" del quotidiano la Repubblica del 28 dicembre ha dedicato l'ultimo numero dell'anno ai personaggi che hanno eccelso nel 2012 nei vari campi, non tanto per l'immediato quanto piuttosto per i risultati e i riflessi sul futuro. Nel mio precedente post ho parlato di James Bradner, ma c'è un altro personaggio che mi ha colpito nel campo della scienza, ed è Claude Wischik (articolo di Anna Lombardi).
Claude Wischik è un professore di origine francese nato nel 1949, laureato in Medicina a Cambridge, con cattedra in Psichiatria all'Università scozzese di Aberdeen. Stiamo parlando di colui che ha (probabilmente) scoperto il farmaco contro l'Alzheimer, scoprendolo tra l'altro quasi per caso: versando distrattamente alcune gocce di un colorante blu in una provetta scatenando una reazione improvvisa e, sembra, sensazionale. Ma per testarlo ha dovuto aprire una propria compagnia farmaceutica, la TauRx Therapeutics, con sede a Singapore ed investitori asiatici (altri investitori, tipo inglesi ed americani, vi hanno rinunciato...). Come è arrivato alla scoperta? Durante le sue ricerche di laboratorio contro l'Alzheimer (che conduce da tanti anni) versò accidentalmente in un campione di grovigli neuro fibrillari (quelli che si moltiplicano all'interno dei neuroni nel cervello delle persone colpite dal morbo) alcune gocce di blu di metilene (un colorante e blando battericida usato fino a pochi anni fa come disinfettante delle vie urinarie). Poco tempo dopo si accorse che nella provetta i grovigli si erano dissolti! Non ci arrivò subito alla spiegazione: ripeté varie volte i passaggi, anche quello accidentale, scoprendo che era proprio questo il responsabile della rivoluzione!! Un po' quello che successo a Fleming con la scoperta casuale della penicillina.
Ricordiamo che l'Alzheimer (che ad oggi ha già colpito 36 milioni di persone) è una malattia degenerativa che distrugge le cellule cerebrali, corrodendo la memoria e altre funzioni basilari del cervello: ad oggi non ci sono farmaci in grado di curarlo. Quelli finora testati puntavano a colpire, come causa scatenante della malattia, la betaamiloide, una proteina che si deposita sui neuroni e agisce come un collante formando delle placche sul cervello: sono costati milioni di dollari, ma con risultati fallimentari. Wischik è invece convinto che bisogna puntare su un'altra proteina per aggredire il morbo, ovvero la Tau, proteina capace di comporsi in aggregati tossici e filamentosi in grado di infettare anche quelli sani fino a distruggerli. Il nuovo medicinale sarà testato su 1500 pazienti: se i risultati saranno buoni (come sembra) sarà messo in vendita (nel frattempo altre case farmaceutiche stanno aumentando i finanziamenti per le ricerche sulla Tau).
Certo, c'è ancora molta strada da fare, ma la strada di Wischik sembra quella giusta: una speranza per l'associazione "Alzheimer disease international" che parla di nuovi 7,7 milioni di malati all'anno (secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il costo della cura ammonta a 600 miliardi di dollari l'anno, che nel 2030 sarà aumentato dell'85%!!).
Capite quindi quanto è importante e prezioso il lavoro di ricercatori come Wischik, che ha dimostrato come sia possibile arrestare la progressione della malattia agendo sugli aggregati proteici responsabili della degenerazione cellulare.. Che è una scoperta senza precedenti. I ricercatori come lui sono la nostra speranza.
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