mercoledì 13 novembre 2013

Quanti sono gli alberi dell'Amazzonia?

Stiamo parlando del grande polmone verde del nostro pianeta, l'Amazzonia. L'Amazzonia, nota anche come Foresta Amazzonica, è una foresta equatoriale nel Bacino dell'Amazzonia in Sud America. L'area conosciuta dell'Amazzonia supera i 7 milioni di km², anche se la zona boschiva ne occupa circa 5,5 milioni. La foresta è situata per circa il 65 % del territorio in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana Francese. Si stima che nella regione vivano circa 2,5 milioni di specie di insetti, 3.000 specie di pesci, 1.294 specie di uccelli (si pensa che un quinto di tutti gli uccelli viva nella foresta amazzonica), 427 specie di mammiferi, 427 specie di anfibi e 378 specie di rettili e sono state classificate almeno 60.000 specie di piante. Gli scienziati hanno descritto fra le 96.669 e 128.843 specie di invertebrati solo in Brasile. La diversità delle specie di piante è la più alta sulla Terra e alcuni esperti valutano che 1 km² possa contenere più di 75.000 tipi diversi d'albero e 140.000 insetti. 1 km² di foresta amazzonica può arrivare a 90.790 tonnellate di piante. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Amazzonia
Parliamo proprio di piante, perchè i ricercatori della Naturalis Biodiversity Center dei Paesi Bassi hanno contato quanti sono gli alberi della foresta amazzonica (lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista “Science”, https://www.sciencemag.org/, mntre io ho trovato la notizia su un articolo di Valentina Montervino sull'inserto "Il Venerdì" del quotidiano la Repubblica dell'8 novembre 2013): per fare ciò hanno realizzato un lavoro lungo e complicato, inviando 140 persone nell'arco di 10 anni in Amazzonia nel corso di 1.170 spedizioni, e tali persone hanno contato fisicamente una ad una ogni pianta presente nell'area. Il risultato? Ci sono addirittura 390 miliardi di alberi, suddivisi in 16.000 specie (anche se però almeno la metà appartanegono a solo 227 specie, le cosiddette “specie iperdominanti”, sulle quali si basano gli ecosistemi della regione: ci sono invece 6.000 specie floreali rare, ovvero che contano meno di mille esemplari cadauna; la più diffusa è l'Euterpe precatoria, una palma alta 20 metri, http://www.jupati.org/per-nome/64-acai-euterpe-precatoria.html). 
Lo scopo dello studio è quello di poter sviluppare in futuro delle strategie per tutelare il cosiddetto polmone verde del pianeta, che infatti è dannatamente in pericolo per la deforestazione. Come recita sempre wikipedia, la deforestazione è la trasformazione delle aree della foresta in aree disboscate, e risulta molto attiva nel bacino Amazzonico. Più di un quinto della foresta è già stato distrutto e l'intero ecosistema rimane in pericolo. Quest'opera di distruzione è iniziata a partire dagli anni Quaranta del Novecento, quando i governi della regione hanno deciso di sfruttare le risorse forestali e minerarie. Il disboscamento permette infatti la vendita e l'esportazione del legname, che può risultare molto pregiato, l'aumento di terreno per l'agricoltura, di cui si sente un forte bisogno per via della crescita della popolazione, e lo sfruttamento di giacimenti minerari. Gli ambientalisti denunciano un'enorme perdita della biodiversità, incrementata al risultato della distruzione delle foreste e allo sfruttamento insostenibile delle sue risorse. Inoltre, l'Amazzonia è un enorme "polmone" terrestre, che grazie all'elevata densità della vegetazione e alla sua posizione equatoriale che permette un grande irraggiamento del Sole, consuma elevate quantità di anidride carbonica, generando ossigeno. La rimozione dell'area forestale diminuisce questo effetto: inoltre la deforestazione viene spesso eseguita mediante incendi incontrollati, loro stessi responsabili di elevate emissioni di CO2. Tutto ciò ha importanti implicazioni nell'effetto serra, e costituisce uno dei principali parametri su cui si costruiscono i modelli per il riscaldamento globale del pianeta. 
E' quindi assolutamente necessario l'impegno dei governi e delle varie associazioni mondiali per proteggere questo polmone verde, che garantisce la vita sul nostro pianeta: rispettarlo e conservarlo è nostro dovere.

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