venerdì 8 novembre 2013
E' stato trovato casualmente nel 2011 dalla polizia bavarese nella casa di Monaco di Baviera di Cornelius Gurlitt, venditore di quadri, dove sono state ritrovate migliaia di opere andate perdute e che facevano parte del cosiddetto “tesoro segreto di Hitler”, ovvero tutte quelle opere che negli anni '30 e '40 del secolo scorso il regime nazista aveva sequestrato alla popolazione, soprattutto agli ebrei. Dal 1945 tali opere erano state classificate come disperse per sempre: la notizia del ritrovamento era stata tenuta comunque segreta in questi anni (le opere sono ora conservate in un luogo altrettanto segreto della Dogana) e solo ora è stata resa pubblica dal settimanale tedesco Focus. Il ritrovamento è stato causale perchè il sig. Gurlitt era stato indagato in quanto nella sua attività di vendita di quadri non dichiarava nulla al fisco...
Tra queste opere, del valore complessivo stimato in oltre un miliardo di euro, ci sono quadri incredibili di Pablo Picasso, Henri Matisse, Marc Chagall, Franz Marc, Emil Nolde, Paul Klee. Si tratta in totale di quasi 1.500 quadri di grandi autori (per la precisione 121 quadri incorniciati e 1.285 senza cornice, tutti ben conservati) che rappresentano una parte non da poco del patrimonio culturale mondiale, così come ha scritto Andrea Tarquini sul quotidiano la Repubblica il 4 novembre 2013: opere che furono sottratte dai nazisti in parte per il loro immenso valore ma in parte perchè considerate “arte degenerata” (astratta, surrealista, ecc....) non conforme alle linee naziste (anche qui si dimostra la devianza mentale di quel gruppo)... In realtà secondo alcune stime sarebbero addirittura 100.000 le opere d'arte e gli oggetti preziosi sottratti al tempo dai nazisti e mai più restituiti ai loro legittimi proprietari; secondo alcuni studi americani i nazisti sequestrarono circa il 20% delle opere di tutta l'Europa e tutto questo per un valore stimato complessivo di ben 10 miliardi di euro!!
Dice Anna Foa, storica e grande esperta di ebraismo, intervistata da Alessandra Baduel per il quotidiano la Repubblica del 4 novembre 2013: “Il numero dei morti della Shoah sovrasta il ricordo, il concetto stesso del genocidio culturale operato dal nazismo, fra opere sparite e possibilità di sviluppo del pensieri in ogni campo. Nei primi decenni del Novecento la creatività ebraica ha influenzato tutta la produzione, artistica e non solo: c'è un intero pezzo di cultura che manca, nella nostra storia, cancellato dai nazisti”. Giustamente lo definisce un “genocidio dell'arte”, opere che nessuno in questi decenni ha potuto studiare, meditare, godere, e per tale motivo bisognerà capire quel che ha rappresentato la loro perdita per il mondo.
È davvero sconvolgente quello che è successo: è sconvolgente sapere che ci siano in circolazione personaggi come Gurlitt che continuano a vivere di vendite d'arte rubata e di menzogne: come fanno a non rendersi conto di quello che stanno commettendo? Come fanno a non rendersi conto dell'importanza che queste opere hanno per il patrimonio culturale mondiale? Proprio come l'ha definito la storica Anna Foa, un "genocidio dell'arte", altra definizione è sinceramente inappropriata. Confido che al più presto queste opere possano ritornare a far parte del patrimonio culturale a disposizione dell'umanità.
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