venerdì 14 novembre 2014
Voglio pubblicare integralmente il testo della lettera di denuncia del sig. Oreste Segatto, pubblicata nello spazio dei lettori del quotidiano la Repubblica del 13 novembre 2014. La voglio pubblicare perché è l'ennesimo grido di allarme contro questa maledetta burocrazia che sta soffocando ogni settore del nostro Paese, e pubblicandola voglio diffondere il più possibile il messaggio affinché arrivi agli organi preposti. Ecco il testo della lettera.
“Lavoro in un istituto pubblico di ricerca biomedica. Purtroppo anche qui la burocrazia italiana mette il suo anacronistico zampino. Tempo fa avevo richiesto un plasmide (Dna ricombinante) a un laboratorio negli Usa. Mi è stato spedito con corriere espresso, ma ora il plico è bloccato in dogana perché il Dna deve passare un'ispezione sanitaria. In realtà, non vi sarà nessuna ispezione, dovrebbero fare l'analisi della sequenza del Dna per verificarne la natura. Ma questo, ovviamente, non accadrà. Aggiungo che al Dna è acclusa una certificazione di non pericolosità emessa dall'Università di Harvard. Quindi il Dna rimane dov'è, nessuno lo guarda né lo sottopone a esame alcuno. Tuttavia l'importatore chiede 68 euro per il nulla osta. Una tassa esosa, imposta su materiale di nessun valore commerciale e su professionisti già in debito di ossigeno per le carenze del sistema ricerca in Italia. Rinuncerò, perché quando è troppo è troppo".
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