giovedì 7 dicembre 2006
Per poter salvare dalla sua esonerabile morte il Mar Morto (scusate il gioco di parole) i paesi interessati hanno sottoscritto nel 2005 un accordo per dar vita ad un mega progetto di ingegneria idraulica: un canale della lunghezza di 180 km che parte dal Golfo di Aqaba (dunque dal Mar Rosso) e arriverà al Mar Morto, alimentandolo e portando il suo livello a standard normali (vedi tragitto indicato dalla mappa, fonte http://www.repubblica.it). Domenica 10/12/2006 i rappresentanti dei paesi interessati (ovvero Giordania, Israele e Autorità Palestinesi) si ritroveranno per dare il via al piano di fattibilità del progetto. Ricordiamo che il Mar Morto si trova nel punto più basso della superficie terrestre (a -412 metri sul livello medio del mare!) e che negli ultimi anni il livello delle acque è sceso drasticamente di 25 metri con prospettive di scomparsa totale nel 2050 (la sua superficie è diminuita di 1/3): il fiume Giordano che lo alimenta è ormai un rigagnolo, l'uso irriguo ha contribuito a prosciugarlo tanto che le vecchie stazioni balneari un tempo sulla riva ora si trovano ad 1 km dalla stessa. Il canale sarà interrato per metà del suo percorso (l'acqua scorrerà dentro un tubo del diametro di 7 metri) e per il resto del percorso sarà fuori terra. Il canale servirà inoltre ad irrigare il deserto del Negev, ad alimentare una centrale idroelettrrica e a fornire d'acqua potabile Giordania, Israele e Autorità Palestinesi: la potabilizzazione dell'acqua sarà resa possibile da un nuovo impianto di desalinizzazione che sarà costruito a Zafi (Giordania). Il progetto costerà 15,5 milioni di dollari (i finanziamenti arriveranno dalla World Bank) e per costruirlo serviranno 5 anni. L'unico inconveniente sarà la drastica discesa della sua salinità: il Mar Morto è sempre stato famoso per il suo elevatissimo quantitativo salino nelle acque (circa il 26%): in seguito all'intervento scenderebbe al 3%, un brutto colpo per le industrie del potassio e del turismo legato ai fanghi e ai prodotti di bellezza, ma non certo per flora e fauna che cominceranno a ritornare. Speriamo non ci siano intoppi diplomatici....
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