mercoledì 14 febbraio 2007
I ricercatori degli 8 paesi confinanti con l'Artico lanciano grida d'allarme sul clima del Polo Nord, che da qui al 2100 subirà notevoli cambiamenti in seguito all'aumento sempre più veloce della temperatura terrestre. I lori studi (rappresentati nei grafici qui a lato) indicano che l'Artico si riscalderà maggiormente rispetto al resto della Terra e di conseguenza la calotta polare diminuirà sempre di più contribuendo all'inesorabile innalzamento dei mari terrestri. Gli incrementi termici saranno più netti nei mesi invernali (da dicembre a febbraio) e dopo il 2050 potrebbero essere dell'ordine di 3-5°C sui settori continentali e fino a 7°C sopra i mari! Durante la stagione fredda tali incrementi termici potrebbero essere di 4-7°C sulle terre emerse e di 7-10°C sul Mar Glaciale Artico. L'aumento delle temperature porterebbe ad una maggiore evaporzione marina e quindi a maggiori precipitazioni (+20% entro il 2100), in particolare d'estate. L'aumento precipitativo sarà maggiore lungo le coste (soprattutto durante l'inverno) con un +30% rispetto all'attuale. Naturalmente scompariranno sempre di più iceberg e superfici marine ghiacciate, nell'ordine di -10/-50% rispetto alla situazione attuale (ma oltre -50% in estate entro la fine del 2100): ciò contribuirà ad un ulteriore aumento termico per il mancato effetto-riflesso esercitato del ghiaccio (il ghiaccio infatti rimanda verso lo spazio buona parte dei raggi solari: è il cosiddetto effetto albedo); lo scioglimento dei ghiacci quindi contribuirà a trattenere maggiori raggi solari. L'estensione del manto nevoso, inoltre, calerà del 10-20% rispetto ad ora, con una diminuzione maggiore tra aprile e maggio, un accorciamento della stagione delle nevi ed un precoce risveglio vegetativo lungo le coste. Naturalmente i riflessi si riverserbbero sul clima di molte parti del pianeta. Aiuto.....
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