giovedì 12 aprile 2007

GOOGLE EARTH: zoom sul genocidio del Darfur!

Speriamo serva a qualcosa questa nuova iniziativa di Google, che tramite le pagine di Google Earth (il programma che ti fa viaggiare intorno al mondo) vuole sensibilizzare l'opinione pubblica di fronte alla guerra e alle atrocità che da quasi 4 anni devastano il Darfur, una zona del Sudan occidentale ove vi sono già stati 200.000 morti, un milione di feriti e due milioni di profughi verso il Ciad in seguito a tremendi genocidi. Purtroppo i mezzi di comunicazione non ne parlano quasi mai: è stato calcolato che nel corso del 2005 la TV italiana ha dedicato all'argomento solo un'ora (avete letto bene) delle 8.760 ore a disposizione. Idem per TV e giornali europei ed americani: siamo ormai sommersi di servizi ed immagini dell'Iraq, mentre siamo completamente all'oscuro del Darfur (chissà come mai: che sia la mancanza di risorse nella regione africana, tipo.... il petrolio?). Il Consiglio di Sicurezza ONU ha recentemente votato una risoluzione che autorizza la formazione di un contingente di pace di caschi blu nella zona ma ad una condizione, ovvero che il governo sudanese (finora contrario) autorizzi il dispiegamento della missione sul suo territorio: la condizione è stata ottenuta grazie alla Cina (grande protettore del governo islamio sudanese) la quale ha infatti ottenuto le concessioni petrolifere nel sud del Sudan (lasciando a bocca asciutta gli USA). Dove sta il giochetto? Sta nel fatto che il governo sudanese ha accettato l'offerta cinese in quanto la Cina paga pochissimo i suoi lavoratori inpiegati nei pozzi petroliferi sudanesi e con i soldi guadagnati rifornisce di armi lo stesso Sudan. Pensa te che giochetti per il "Dio denaro"!!! Per questo Google Earth dà il suo contributo: dalle immagini satellitari si può vedere il Darfur segnato con fiammelle rosse (che indicano i villaggi distrutti) e rosse e gialle (che indicano quelli danneggiati). Con lo zoom si possono vedere le immagini dei villaggi distrutti, delle capanne bruciate, delle tombe e dei campi profughi dei ribelli del Sudan Liberation Army; ci sono inoltre i link per inviare lettere di proteta anche ai politici, per mandare aiuti alle organizzazioni che si occupano dei rifugiati o semplici scritte di incoraggiamento alle vittime. Speriamo questo possa sensibilizzare non solo la gente ma anche, e soprattutto, molti governi esteri per fermare quello che sembra un nuovo Olocausto...

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