martedì 3 luglio 2007
Sono oltre 500 le dighe, grandi e piccole, presenti in Italia ma, secondo ricerche recenti esposte al 2° convegno sui problemi strutturali nell'ingegneria delle dighe svoltosi a Roma e promosso dall'Accademia dei Lincei, la maggior parte di esse sarebbe a rischio deterioramento! Servirebbe per loro una verifica statica e la successiva messa in sicurezza. Il 60% delle dighe italiane ha ormai più di 50 anni (!) mentre il 90% è stato costruito prima dell'entrata in vigore delle vigenti norme tecniche del 1982: oltre il 70% di esse è stato costruito non considerando la sismicità delle varie zone (anche allora non prevista dalle normative)! Il 1° convegno aveva portato il Governo Berlusconi a varare nel 2004 una normativa la quale prevedeva entro 90 giorni l'individuazione delle dighe da dismettere ed entro 30 giorni l'elenco delle dighe da sottoporre a verifica sismica. Ma poi tale legge non trovò più attuazione... a causa di varie sovrapposizioni legislative (tipiche italiane!) e di alcune norme di finanza pubblica che hanno bloccato gli stanziamenti previsti (tipico italiano!). Ma ora qualcosa si sta muovendo: Marcello Mauro del Governo Prodi, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ha affermato che si stanno tracciando le linee guida per procedere alle verifiche e ai controlli delle dighe. Questo risulterà di fondamentale importanza per molti altri problemi italiani come la prevenzione delle crisi idriche, la riduzione del rischio idraulico (con la conseguente difesa del territorio) e l'approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. A questa operazione sta contribuendo anche Claudio Rinaldi in qualità di Commissario Straordinario del RID (Registro Italiano Dighe).
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