venerdì 14 settembre 2007
E' quello che ha scritto Luca Mercalli nel suo articolo di ieri apparso sul quotidiano La Repubblica, che condivido totalmente e del quale riporto i passaggi più significativi. L'articolo è riferito alla CONFERENZA NAZIONALE SUL CLIMA tenutasi a Roma il 12-13 settembre 2007: il punto principale e preoccupante è che se nell'ultimo secolo la temperatura terrestre è aumentata di 0.7°C (che è già un valore strordinario) in Italia essa è aumentata di 1.0°C e in un intervallo di tempo minore! Come mai? Il cambiamento climatico in corso ha avuto come effetto anche una maggiore propensione dell'anticiclone nord-africano ad estendersi sul Mediterraneo e l'Italia è uno dei pimi paesi a cui tale anticiclone fa visita: l'estate 2003 ne è stata l'emblema ma quasi tutti gli ultimi anni sono stati sensibilmente più caldi del passato proprio per l'ingerenza sempre maggiore dell'anticiclone nord-africano. Basta dare uno sguardo all'estate appena passata: non sembra, ma in Italia ha avuto una temperatura media superiore alla norma di 1.5°C, posizionandosi al 9° posto negli ultimi 200 anni!!! La causa di ciò è stata la potenza dell'anticiclone nord-africano che ha portato sull'Italia (e sull'Est Europeo) ben tre eccezionali ondate di calore all'interno di una stessa estate: ognuna di queste tre ondate di calore ha fatto cadere record storici in continuazione, una cosa davvero straordinaria, facendo registrare temperature davvero incredibili (45°C a Pescara, 46°C a Bari e 47°C a Foggia...). E intanto i ghiacciai alpini durante questa estate hanno perso mediamente 1,5 metri del loro spessore, gli incendi sono stati ancora più devastanti, i fiumi si sono sensibilmente abbassati... Il senso della Conferenza sul Clima di Roma è che, di fronte a questi eventi, è giunta l'ora di agire mettendo finalmente in pratica quanto già previsto dal protocollo di Kyoto ormai un bel pò di anni fa: un protocollo molto complicato e sicuramente difficile da attuare ma, fino ad oggi, l'unico sistema ideato dall'uomo per poter conbattere (o quanto meno frenare) il cambiamento climatico in corso. Luca Mercalli nel suo articolo ricorda che in questi giorni è in corso a Montreal (Canada) un'assemblea per festeggiare i 20 anni dell'entrata in vigore del "protocollo di Montreal", ovvero quell'accordo che mise al bando la produzione dei clorofluorocarburi (Cfc) e cioè quei gas usati nelle bombolette spray e nei frigoriferi che causarono la distruzione della fascia dell'ozono stratosferico (ricordiamo che l'ozono agisce da filtro per la radiazione solare ultravioletta di tipo B, che, se assorbita dall'uomo, provoca mutazioni genetiche e il cancro alla pelle). Ebbene, il famigerato "buco dell'ozono", cauato da 50 anni di emissioni di Cfc e scoperto nl 1974, si sta ora lentamente chiudendo grazie a quell'accordo sottoscritto da 190 paesi: il buco è ancora aperto ma la sua chiusura prosegue, tanto che nel 2055 dovrebbe ridursi alla sua estensione che aveva nel 1980. Inoltre, i Cfc erano ancora più responsabili della CO2 sull'effetto serra (da 3.000 a 8.000 volte di più!) e il loro abbattimento ha quindi favorito in parte il protocollo di Kyoto (con circa 8 miliardi di tonnellate di CO2 risparmiate). Il "protocollo di Montreal" è inoltre costato relativamente poco, circa 2 miliardi di euro. Tutto questo per far capire che il "protocollo di Montreal" può essere un buon modello per quello di Kyoto: certo la CO2 non può essere messa al bando come successe allora per i Cfc, visto che la vita dell'uomo si regge sui combustibili fossili, quindi rimpiazzare petrolio, gas e carbone con una firma è praticamente impossibile. Si tratta però di avviare un processo, che già sappiamo sarà lungo e costoso, basato su energie rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, cambiamento delle abitudini di consumo, moderazione, soddisfacimento dei bisogni primari dei paesi in via di sviluppo: c'è bisogno della volontà di tutti a cambiare. Speriamo che la Conferenza sul Clima sia servita a qualcosa...
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