martedì 16 ottobre 2007

Cina: Lago Tai intossicato dalle industrie chimiche!

Il Lago Tai (in cinese Tài Hù, ovvero "grande lago") è il 3° lago più grande della Cina (2.250 kmq di superficie) e si trova nella pianura del delta del fiume Yangze (sul confine tra le provincie di Jiangsu e Zhejiang). Purtroppo il grande lago, a conferma della preoccupante situazione dell'inquinamento in Cina, sta letteralmente morendo: le centinaia di industrie chimiche che lo circondano lo stanno distruggendo con i loro scarichi i quali hanno infestato il lago di cianobatteri, chiamati anche alghe azzurre, che lo hanno colorato di verde fluorescente! Almeno 2 milioni di persone che abitano lungo i canali, le risaie e gli stabilimenti chimici attorno al lago non possono più utilizzare le sue acque per bere e cucinare (cosa che succedeva fino a poco tempo fa). La notizia arriva dal quotidiano La Repubblica ed è' l'ennesima conferma del fortissimo, sfrenato e preoccupante inquinamento che sta avvolgendo (anzi, sconvolgendo!) la Cina: purtroppo le associazioni ambientaliste (riconosciute come status giuridico nel 1994) sono ancora malviste dal Partito Comunista che considera gli ecologisti come una minaccia ancora più devastante del degrado delle acque. Purtroppo amministratori locali e nazionali non si fanno certo condizionare da problemi "ambientali" di fronte agli alti tassi di crescita economica... e, tra l'altro, godono ancora del controllo quasi totale della polizia e dei tribunali. Ne è l'esempio la storia di Wu Lihong, contadino quarantenne che da oltre 10 anni stava sostenendo una battaglia denunciando come proprio le moltissime industrie chimiche stessero devastando il lago con i loro scarichi: ebbene, nel processo a tali industrie Wu Lihong non ha potuto testimoniare in quanto lo scorso mese di maggio le autorità locali lo hanno arrestato ed un corrotto tribunale lo ha poi condannato a 3 anni di detenzione per reato di frode e di ricatto (naturalmente accuse inventate...): addirittura negli atti d'accusa si sosteneva che Wu Lihong avesse confessato (anche questo inventato)! E mentre il contadino era in prigione il lago... ha parlato da solo: nitrogeno, fosforo, residui non depurati delle lavorazioni chimiche, fertilizzanti e liquami hanno raggiunto valori mai registrati prima il che, unito alla mancanza delle piogge, ha ricoperto il lago di una densa coltre maleodorante lasciando per molti giorni senza acqua potabile oltre 2 milioni di persone nella città di Wuxi (grande città posta sulle sue coste settentrionali). In principio le autorità locali hanno parlato di "disastro naturale", ma poi i mezzi di comunicazione nazionale hanno mostrato le immagini delle industrie chimiche che versavano i loro liquami nel lago. Ciò però non è bastato a far ammettere il "disastro politico ed economico" da parte del governo nazionale e Wu Lihong è rimasto in carcere. Proprio in questi giorni a Pechino si è aperto in pompa magna il 17° Congresso del Partito Comunista Cinese: il segretario generale Hu Jintao tra le tante cose ha affermato: "Aumenteremo gli investimenti nel risparmio energetico, nel ridurre l'inquinamento dell'acqua, dell'atmosfera e dei terreni". Dovrebbe essere il minimo che un governo dovrebbe fare per il suo paese, tuttal'più se si tratta della Cina. Ma se penso alla sete di potere economico che avvolge il paese, al fatto che gli stanziamenti che da Pechino vanno verso l'interno finiscono per 9/10 nelle tasche delle corrotte autorità locali, al fatto che non esiste una stampa libera, alla corruzione della polizia e della magistratura, al divario economico enorme tra città e campagna, alla completa mancanza di regole e controlli di ogni genere sull'ambiente, beh sinceramente sono molto restio a credere alle parole del segretario generale...

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