domenica 6 gennaio 2013

Quanto è bello il VOCABOLARIO

Gesualdo Bufalino (nato a Comiso -RG- nel 1920 ed ivi morto nel 1996) è stato uno scrittore ed aforista italiano. Per gran parte della vita insegnante liceale, si è rivelato tardivamente (nel 1981) all'età di 61 anni con il romanzo “Diceria dell'untore” grazie all'incoraggiamento di Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio: l'opera vinse lo stesso anno il prestigioso Premio Campiello. Con il romanzo"Le menzogne della notte" nel 1988 vinse il Premio Strega. Egli si rese famoso per il suo stile ricercato, ricco e in alcuni casi "anticheggiante", nonché per la sua grande abilità linguistica e la vasta cultura. (Fonte wikipedia). Voi direte: ma che c'entra Bufalino col vocabolario? Bufalino diceva sempre che se fosse finito in un'isola priva di tutto “non avrebbe voluto altro libro che un dizionario, tante sono le grida e le musiche ch'è possibile udire nelle sue viscere vertiginose”. Una definizione bellissima! Ed è proprio con questa citazione che Valeria Della Valle ha concluso la sua relazione in un recente convegno fiorentino dell'Accademia della Crusca (ovvero l'istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana, http://www.accademiadellacrusca.it): il convegno aveva lo scopo di mostrare e discutere come si fanno e come si usano i vocabolari, celebrando così i 400 anni (1612) del Vocabolario della Crusca, che è un pilastro della nostra civiltà linguistica e dell'identità nazionale. Valeria Della Valle insegna linguistica italiana all'Università La Sapienza di Roma e coordina sul piano scientificio il Vocabolario Treccani, edito in 5 volumi dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana (http://www.treccani.it/enciclopedia/istituto-della-enciclopedia-italiana/), e coordina con Giovanni Adamo l'Osservatorio neologico della lingua italiana (http://www.iliesi.cnr.it/ONLI/indice.php). Enzo Golino l'ha intervistata per il quotidiano la Repubblica (pubblicata il 4 gennaio 2013). Dice la Della Valle: “Poichè stiamo celebrando il quarto centenario del Vocabolario della Crusca, dobbiamo ammettere che tutto nasce da quel grande lavoro. In ogni vocabolario, anche il più recente, c'è ancora molto del fondamentale prototipo”. Sempre da wikipedia: “Un dizionario è un'opera che raccoglie, in modo ordinato secondo criteri anche variabili da un'opera all'altra, le parole e le locuzioni di un lessico (ed eventualmente anche altri elementi linguistici ad esso legati come ad esempio prefissi, suffissi, sigle e lettere) fornendone informazioni quali il significato, l'uso, l'etimologia, la traduzione in un'altra lingua, la pronuncia, la sillabazione, i sinonimi, i contrari. Oppure è un'opera che raccoglie, sempre in modo ordinato secondo criteri anche variabili da un'opera all'altra, i nomi propri e le nozioni inerenti a un particolare settore del sapere umano (una scienza, uno sport, un'arte, una tecnica, ecc...) o anche il sapere umano nel suo complesso, fornendone una trattazione. Esclusivamente nel primo caso (opera lessicale), il dizionario è anche chiamato vocabolario". Oggi è importante soprattutto la revisione dei dizionari, per aggiornarli continuamente con i nuovi lessici che la globalizzazione e lo sviluppo della società comporta: e quindi sono stati inseriti vocaboli come mobbizzare, par condicio, quote rosa, bioarchitettura, domotica, Ogm, ecc... E cambiano anche alcune definizioni, sempre per le motivazioni appena esposte: così splamare entra anche nel linguaggio amministrativo e politico (spalmare i debiti), mentre le definizioni di coppia e omosessualità sono ora definite con maggiore incisività e correttezza.
Nella mia libreria il vocabolario non è mai mancato, fin dai tempi delle scuole: anzi, nel tempo l'ho sempre sostituito con uno più aggiornato. Per un lettore avere un vocabolario nella libreria è come per un credente avere la Bibbia nella sua di libreria. Ricordatelo, è utilissimo nella vita comune: basta solo avere la curiosità di andare a cercare il significato di una parola strana o sconosciuta sentita al TG, letta su un libro, trovata su un cruciverba. Il sapere è un'ottima arma culturale contro l'ignoranza che purtroppo è all'origine di tanti mali...

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