lunedì 3 giugno 2013

Idea per combattere l'ASTENSIONISMO elettorale

La Costituzione italiana, all'art. 48, afferma che «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età». Aggiunge che il voto è personale (non può essere dato per delega da un rappresentante); eguale (ogni voto vale indipendentemente da chi l'ha dato); libero (nessuno può essere costretto a dare un voto diverso da quello voluto); segreto (a garanzia della libertà e per evitare indebite pressioni o ritorsioni). Dice, ancora, che votare è un "dovere civico" (parte di quel dovere di solidarietà politica, di cui parla l'art. 2), ma nessuna sanzione è prevista per chi non va a votare. Non sempre tutti i cittadini hanno potuto esercitare il diritto di voto: al momento dell'unità d'Italia, poteva votare soltanto chi possedeva un certo reddito (il 2% della popolazione); poi vennero esclusi gli analfabeti; dal 1919 il diritto di voto fu esteso a tutti gli uomini maggiorenni (suffragio universale maschile); il regime fascista, eccetto che all'inizio, non indisse più elezioni; soltanto nel 1946 ebbero il voto anche le donne. Descrizione tratta da “Dizionario del Cittadino”. 
Purtroppo sappiamo dalle recenti elezioni (politiche, e ancor di più da quelle amministrative) che l'astensionismo è arrivato alle stelle. Scrivo questo perché sabato 1° giugno 2013 ho trovato una bella e interessante lettera di un lettore sul quotidiano la Repubblica intitolata “Un premio fedeltà al buon cittadino”, che pubblico integralmente: “Da molto tempo mi domandavo quale potesse essere un adeguato premio fedeltà per coloro che fossero arrivati ad avere i 18 timbri sulla tessera elettorale, completandola. Io, avendo partecipato a tutte le tornate elettorali, mi trovavo proprio in quella situazione. L'idea, per quanto strana, sarebbe utile, perché allo scopo di ottenere un piccolo simbolico riconoscimento, del genere 'la matita copiativa d'oro' - dorata, visti i tempi - o 'l'urna d'argento' - argentata, ovviamente -, la gente sarebbe andata a votare con slancio. Certamente tutta l'operazione avrebbe costituito un vero, serio motivo per combattere l'astensionismo, in un popolo che ha, forse, scarso senso civico, ma ha nel proprio Dna il gene della raccolta punti”. 
Bellissima! Sono pienamente d'accordo con questo lettore: certo, i cittadini dovrebbero andare spontaneamente in massa a votare al momento delle elezioni, senza alcun incentivo, dovrebbero essere felici di andare a votare (io lo sono quando ci vado, e infatti anch'io ho tutti i timbri!!!), e questo denota una certa arretratezza culturale che ancora domina nella società italiana (non solo nel voto...). Bisogna anche ammettere che la classe politica italiana ci ha messo del suo... Però, se questa idea servisse a combattere l'astensionismo, ben venga: ricordate però che lo Stato siamo noi cittadini, e siamo noi cittadini che abbiamo in mano le sorti della politica e di conseguenza del paese. Restando a casa dalle elezioni, ahimè, non si risolvono i problemi.

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