venerdì 25 ottobre 2013

Piccoli sorsi antichi: i LIQUORI DELLA NONNA

Si intitola proprio "Piccoli sorsi antichi" l'articolo di Michela Di Carlo pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 24 ottobre 2013, dedicato alla riscoperta dei cosiddetti “liquori della nonna”, i liquori fatti in casa dai nostri nonni e che ora stanno ritornando in auge. Si tratta di liquori nati da antiche ricette, tramandati di generazione in generazione, quando farli era ancora un arte e non un mestiere, e proprio per questo hanno conservato nel tempo tutto il profumo della tradizione, così come giustamente scrive la giornalista nel suo articolo. 
Sono molti gli amari antichi che ancora popolano le nostre tavole. Ad esempio il Rosolio, molto diffuso in Sicilia e in Piemonte, che si ottiene facendo macerare nell'alcool i petali di rosa bulgara, il che ne da un colore delicato e un profumo intenso, molto apprezzato dalle donne per la gradazione alcolica non troppo elevata (circa il 25%). C'è poi il Ratafià, prodotto in tutta Italia anche se la sua zona d'origine è la provincia di Biella (dove fin dal 1600 veniva prodotto nel monastero di Santa Maria della Sala): si ottiene facendo macerare nell'alcool le ciliegie nere, che ne danno una colorazione cupa con riflessi aranciati, dal sapore delicato e morbido al palato, ed ha una gradazione alcolica più alta rispetto al Rosolio. Poi c'è il famoso Nocino, tipico della provincia di Modena ma diffuso anche in altre aree della Valpadana (c'è addirittura l'Ordine del Nocino Modenese, che vigila sulla tradizione e sulla tipicità di questo prodotto, http://www.ordinedelnocinomodenese.it/): si ottiene dalla macerazione nell'alcool di noci acerbe raccolte, secondo la tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Giovanni (23 giugno), con l'aggiunta di zucchero, aromi naturali e spezie; ha sapore maturo e marcato profumo di noce. Si prosegue con il Sollucchero, ottenuto dalla macerazione nell'alcool delle visciole, varietà di ciliegie utilizzata soprattutto in ambito familiare: ha origini perugine (nel Novecento), è di colorazione rosso rubino con riflessi violacei, liquoroso dal gusto secco e persistente. Ricordiamo anche il Bargnolino, tipico dell'Appennino Tosco-Emiliano: si ottiene dalla macerazione nell'alcool, assieme allo zucchero, di bacche di prugnolo selvatico (piccole bacche rosse raccolte nell'area); deve rimanere in infusione almeno 5 mesi, e dopo essere stato filtrato rimane 12 mesi a maturare; ha sapore aspro e forte, è un ottimo digestivo. Infine due liquori più semplici da preparare, ovvero il Liquore al caffè e il Liquore alla liquirizia. Quello al caffè si ottiene da una miscela di alcool e caffè espresso, il secondo (tipico della tradizione calabrese) si ottiene mescolando all'alcool la radice della pianta ridotta in polvere. 
Al di là dell'ottimo sapore di questi liquori fatti in casa, è bello riscoprire la tradizione antica di preparazione dei liquori, a suo tempo una vera e propria arte: riprodurli ora ricrea quell'atmosfera spensierata che un tempo popolava le nostre case, oltre che la consapevolezza di creare qualcosa di puro e genuino. Per informazioni consultate il link http://spazioweb.inwind.it/RENATOWEB/Liquori%20della%20nonna.html

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