lunedì 18 novembre 2013

I bambini si potranno registrare nel paese dove crescono

Ogni anno nascono in Italia circa 550.000 bambini, e tali nascite avvengono per la quasi totalità nei Punti nascita degli ospedali o delle case di cura: infatti, appena lo 0,1% dei bambini nasce in altro luogo, secondo le Rilevazioni Cedap (CErtificati Di Assistenza al Parto, che forniscono informazioni di carattere sanitario, epidemiologico e socio-demografico attraverso la rilevazione degli eventi di nascita, di nati-mortalità e di nati affetti da malformazioni, dati rilevanti ai fini della sanità pubblica, necessari per la programmazione sanitaria nazionale e regionale: a livello nazionale, i criteri generali sono dettati dal Ministero della Salute con Decreto 16 luglio 2001 n.° 349 e le modalità di attuazione sono indicate dalla Circolare ministeriale n.° 15 del 19/12/2001 del Ministero della Salute). 
In base al nostro ordinamento civile oggi in Italia si può nascere nei Punti nascita di ospedali e case di cura, in casa con parto assistito, oppure in treno, nave o aereo se in viaggio. In ogni caso il neonato viene registrato nel paese dove nasce: quindi il paese dove si trova l'ospedale o la casa di cura (quindi nella stragrande maggioranza dei casi), mentre se nasce in viaggio viene registrato nel Comune della prima stazione di fermata se in treno, nel Comune del primo porto di approdo se in nave o nel Comune del primo aeroporto di scalo se in aereo. Questo significa che in Italia ogni 1.000 bambini ben 999 nascono in uno dei 570 Punti nascita distribuiti lungo il Paese: ma i Comuni sono 8.092 e quindi solo per chi risiede nelle grandi e medie città il luogo di nascita coincide con il luogo di residenza. Infatti ben 10 milioni di italiani risiedono in piccoli Comuni (ovvero sotto i 5.000 abitanti), pari al 17,34% della popolazione: abitano quindi in Comuni dove non ci sono Punti di nascita e dove pertanto da decenni vi si registrano solo decessi e non nascite! Alcuni esempi? A San Pio delle Camere l'ultima nascita è stata registrata nel 1967, mentre tutti i nati successivi sono stati registrati a L'Aquila; ad Acerenza (Potenza), bellissimo borgo di 2.550 abitanti, l'ultimo nato risale al 1° dicembre 1994; e i casi sarebbe a migliaia (io stesso abito dalla nascita in un paesino di 1.000 abitanti, ma sulla carta d'identità sono registrato nato in altro Comune in quanto nel paesino ove abito non c'era e non c'è l'ospedale). Ebbene, ora qualcosa sta cambiando: è infatti stata fatta una proposta di legge da parte di Gianni Mellilla di S.E.L. (assieme ai colleghi Durante e Boccaduri) per introdurre il luogo elettivo di nascita, ovvero dare la possibilità ai genitori che vivono in paesi privi di Punti nascita di registrare i propri figli neonati nel luogo ove risiedono. 
Devo dire un'ottima iniziativa, che (come spiega Luciana Di Mauro sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repubblica del 15 novembre 2013) permetterà di ovviare alla perdita anagrafica delle proprie origini: come sostiene lo stesso Melilla, si tratta di un atto di amore per i piccoli Comuni. Concordo: è giusto poter dire di essere nati nel paese dove da sempre si risiede.

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