lunedì 18 novembre 2013

Il Pianeta è un malato cronico: la cura non c'è

Ha ragione Pietro Veronese ad intitolare così un suo articolo pubblicato sull'inserto “Il venerdì” del quotidiano la Repubblica del 15 novembre 2013, a proposito delle decine di conflitti che attanagliano molte aree del nostro pianeta. A tal proposito esiste la International Crisis Group (ICG, http://www.crisisgroup.org/), una Ong molto stimata e famosa in tutto il mondo, guidata dalla magistrato canadese Louise Arbour (che fino al settembre 2008 è stata anche Alto Commissario Onu per i diritti umani), associazione nel cuo esecutivo siedono personaggi importanti del calibro di Kofi Annan, George Soros e Joschka Fischer: Lo scopo di questa Ong è tenere d'occhio le crisi internazionali, segnalandone l'andamento e proponendo ai leader mondiali delle soluzioni che evitino alle popolazioni il precipitare in conflitti e agli organismi internazionali ulteriori situazioni d'emergenza. Raccogliendo e verificando in loco informazioni importantissime, l'ICG compila periodicamente dei Rapporti (che sono consultabili sul sito sopraccitato) che sono un'ottima fonte d'informazione per giornalisti, diplomatici, ricercatori e per chi lavora nelle organizzazioni internazionali: infatti ogni mese l'ICG pubblica un bollettino chiamato CrisisWatch, il quale fa il punto sulle tensioni politiche e militari sparse per il pianeta, indicandone i possibili punti di rottura (il sottotitolo di tale bollettino è infatti “Conflitti in corso o potenziali”): in questi bollettini le tendenze conflittuali sono divise in tre gruppi, ovvero in deterioramento, in miglioramento e immutate. 
Ad esempio l'ultimo CrisisWatch, quello di novembre 2013, indica che ci sono tre situazioni in deterioramento nel pianeta (ovvero in Bangladesh, nel Kashmir e in Mozambico), nessuna situazione in miglioramento e ben 64 situazioni immutate... Un po' meglio del bollettino di ottobre 2013 che indicava 4 deterioramenti, un miglioramento e una situazioni di “allerta conflitto” (quella in Guinea). Alla fine dei conti si tratta di una settantina di situazioni di tensione o conflitto sparse per il pianeta, che so, oltre a tutte quelle stazionarie. 
Sono davvero tante: se come dice il giornalista Pietro Veronese questi bollettini sono come un termometro globale che misura lo stato febbrile del pianeta, beh allora stiamo parlando di un paziente malato cronico con poche speranze di guarigione. Ma come è possibile tutto ciò? Antichi conflitti, rivalità interne, estremismi religiosi, fame, dittature. La situazione è davvero drammatica: ma questa Ong svolge un lavoro davvero prezioso dando il suo contributo alla risoluzione di queste tensioni.

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