venerdì 23 ottobre 2015

L'arte distrutta? Rinasce con la stampante 3D

E' stato presentato in questi giorni a Roma un progetto che vede la creazione di una mega stampante 3D in grado di sfornare grossi pezzi per ricreare opere di valore inestimabile andate perdute. La stampante (chiamata GigaDelta, alta 12 metri ed in grado di produrre forme fino ad un diametro di sei metri) è stata creata da Massimo Moretti di Wasp e permetterà in questo modo di ricostruire in scala reale alcuni antichi manufatti, tra cui ad esempio quelli demoliti dai terroristi in Siria ed Iraq. Il progetto è curato dall'associazione “Incontro di civiltà” presieduta dall'ex Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli e realizzato con l'aiuto di Riccardo Luna (consigliere per l'innovazione della Presidenza del Consiglio nonché curatore di Maker Faire), la consulenza dell'archeologo Paolo Matthiae e il sostegno di Emmanuele Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro. Certo, i capolavori antichi che non ci sono più sono andati perduti per sempre, ma la stampante consentirà di mantenerne viva la memoria di tali opere, ricostruendole fedelmente. Il progetto ha già avuto l'approvazione dell'Unesco. Si potranno addirittura utilizzare resti delle stesse opere distrutte: la stampante è infatti pensata per un uso a chilometri zero, riutilizzando polveri, ceneri e resti delle opere distrutte. 
L'archeologo Paolo Matthiae, in un approfondimento all'articolo di Anna Lombardi relativo all'argomento e pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 19 ottobre 2015, parla del patrimonio storico-culturale andato distrutto nel nostro Pianeta, soprattutto durante la seconda guerra mondiale: Dresda, rasa al suolo, ha perso addirittura in quel periodo quasi il 90% del suo straordinario centro storico (per questo la Repubblica Democratica Tedesca decise di lasciare intatti i cumuli di rovine come monumento che servisse da ammonimento per le generazioni future: solo più tardi si decise di riportare in vita quei capolavori architettonici andati in rovina). E ora stiamo vivendo la distruzione dei siti archeologici di Siria ed Iraq, ad opera dei terroristi. A proposito di ciò dice l'archeologo: “La tragedia di eventi distruttivi, inattesi e terribili, come quelli cui stiamo assistendo nel Vicino Oriente, comporta la cancellazione, gravissima ma ineluttabile, del valore dell'autenticità dei monimenti perduti, che avrà una dimensione drammatica per le generazioni future, ma la restituzione dell'unità tra umanità, cultura e natura appare oggi come un obbligo morale verso popoli provati da vicende crudelissime. Perché una speranza di futuro tollerabile possa essere ritrovata quando le aspre crisi del presente saranno superate”. Condivido ogni singola parola.

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