martedì 27 ottobre 2015

Le CASE CANTONIERE tornano a vivere

Le case cantoniere sono degli immobili, di proprietà demaniale e gestiti dall'ANAS, caratterizzati dal tipico colore rosso pompeiano. Prendono il nome dai "cantonieri", gli operai addetti alla manutenzione delle strade, che per esigenze di servizio, avevano necessità di alloggiare sul luogo di lavoro. Nel corso degli anni ottanta del XX secolo, per eccessivi costi, ne sono state dismesse numerose. Successivamente, a seguito del processo di declassificazione di numerose strade statali avvenuto nel 2001, ne sono state dismesse molte altre; alcune sono state semplicemente chiuse, altre sono invece passate agli enti regionali o provinciali. Ne rimangono aperte ancora, specie nel sud o nei centri principali. Dove le case cantoniere sono state chiuse la gestione manutentiva è affidata, in genere, all'ANAS. Distribuite su tutte le strade statali storiche italiane, all'interno delle case cantoniere vengono custoditi i mezzi e le attrezzature utilizzate per espletare le operazioni di manutenzione delle strade statali. Sono in genere affiancate da autorimesse o depositi, e, fino a qualche decennio fa, erano adibite a residenza del cantoniere addetto alla manutenzione del "cantone", un tratto di strada di 4-5 chilometri. In alcuni casi venivano costruite al confine fra due cantoni ed ospitavano le 2 famiglie dei cantonieri. Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_cantoniera
Sono 1.244 le case cantoniere Anas oggi esistenti, per un totale di 4.149 unità immobiliari: ne parlo perché Dario Franceschini, Ministro per i Beni Culturali, ha annunciato che presto esse torneranno a vivere, riconvertendole ad un turismo ecosostenibile per accogliere, ad esempio, turisti della mobilità dolce (camminatori, ciclisti, praticanti del trekking a cavallo,ecc...). Il progetto ha già avuto l'ok del Ministero delle Infrastrutture ed è già partito un monitoraggio congiunto tra le parti interessate per vedere quali case cantoniere hanno i requisiti necessari alla riconversione. Chi le gestirà? Non certo lo Stato: per questo si vuole incoraggiare le associazioni no profit e l'imprenditoria giovanile a prendere in gestione questa bellissima parte di patrimonio pubblico, che potrebbe così diventare un brand nazionale.

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