venerdì 9 febbraio 2007
Questa è l'idea che è stata lanciata per proteggere i lunghi tratti di costa italiana che sarebbero a rischio allagamento da qui al 2100 in seguito all'inesorabile innalzamento dei mari causato dal continuo scioglimento dei ghiacci polari. Da uno studio eseguito dall'Enea, sono 3.975 (su un totale di 7.750) i km in Italia di costa bassa o sabbiosa e di questi ben 1.384 sarebbero a rischio inondazione entro la fine di questo secolo, in seguito ad un innalzamento del mare che varierebbe da 30 a 100 cm! Come già scritto in un precedente articolo, le zone più pianeggianti favoriranno un afflusso delle acque marine ben verso l'entroterra con danni inestimabili: si pensi alle molte città, grandi (come Venezia) e piccole, soggette ad abbandono ed inutilizzo, nonchè all'acqua marina che risalirà sempre di più i fiumi italiani (in primis il Po) con ripercussioni sull'agricoltura e sulle falde acquifere. Quale allora l'idea lanciata da alcuni studi dell'Enea? Bisognerà innanzitutto valutare caso per caso: saranno circa 30 i tratti di costa soggetti a rischio allagamento, tuttavia ove si presentino tratti di costa molto bassi e con pendenza molto dolce che consentirebbe all'acqua marina di penetrare per circa 200-300 metri in zone disabitate, allora vi potrebbe essere un riassestamento naturale della costa stessa. In altre, minacciate dall'acqua marina, vi potrebbe essere la conversione dell'attività agricola in itticoltura. Certo, però, che in quelle attualmente abitate le soluzioni sarebbero scarse, e così si sta pensando a delle dighe di contenimento. L'unico inconveniete è il costo: 2.000.000 di euro per ogni km di diga alta 1 metro!!! Purtroppo il tempo stringe e bisogna trovare (ed applicare) delle soluzioni nel più breve tempo possibile, un secolo passa in fretta...
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