domenica 16 dicembre 2007

Urbanistica: la città del futuro

Traggo spunto da un'intervista che il giornalista Francesco Erbani ha fatto all'architetto Richard Burdett e pubblicata sul quotidiano La Repubblica di venerdì 14 dicembre 2007. Richard Burdett, oltre che famoso architetto, è stato consulente del sindaco di Londra Ken Livingstone e da anni sta studiando quanto la struttura fisica di una città produca benessere sociale oppure esclusione. Nell'intervista l'architetto fa riferimento a Londra. L'amministrazione comunale guidata dal sindaco Livingstone (chiamato "Ken il rosso") ha deciso che per far fronte al continuo aumento di popolazione della città (si prevedono ben 750.000 nuovi arrivi entro il 2015) lo sviluppo edilizio si svolga all'interno dei confini della città utilizzando l'esistente e senza rubare un solo metro quadrato alle campagne circostanti (praticamente il contrario di quanto avviene in Italia...): infatti si edificherà solo su terreni abbandonati, ex aree industriali dismesse, vecchi scali ferroviari, depositi elettrici o di gas non più utilizzati, ecc... E soprattutto verrà riedificato solo dove esiste un sistema di trasporto pubblico. Si cercherà dunque di creare nuovi quartieri nei quali si mescolino varie funzioni come casa, lavoro, cultura e divertimento e non più quartieri esclusivamente residenziali o industriali: inoltre, i nuovi insediamenti saranno realizzati per essere accessibili alle fasce economiche più deboli ospitando persone di ceti diversi senza quindi trasformare questi quartieri in ghetti. Il fatto di puntare su aree già dotate di sistema di trasporto pubblico consentirà di migliorare la qualità dell'aria (attualmente le grandi città del mondo contribuiscono per il 75% alle emissioni di CO2...). Si parla dunque di ridensificazione urbanistica, già in atto da alcuni anni e che ha consentito ad oggi di diminuire del 20% l'utilizzo delle auto, mentre allo stesso tempo è raddoppiato l'utilizzo dei mezzi pubblici: i parcheggi sono stati banditi dal centro cittadino ed oggi ben il 99.8% di chi lavora a Londra usa la metropolitana o l'autobus (e si tratta per la maggior parte di gente ricca, una cosa che qui in Italia non succederebbe mai...). A proposito di parcheggi, nel centro di Londra sono stati banditi e si prevedono solo quelli per i disabili: i soldi che il Comune raccoglie dal biglietto d'ingresso delle auto nel centro (circa 200-300 milioni di euro all'anno) vengono utilizzati per migliorare il trasporto pubblico e tutti i servizi che si realizzano nei nuovi quartieri come ospedali, biblioteche, scuole, ecc... Purtroppo il problema rimane per la maggior parte delle grandi città del mondo dove invece di puntare sul trasporto pubblico si tende a costruire autostrade a due livelli!! Davvero interessante la soluzione presa dall'amministrazione comunale londinese: purtroppo qui in Italia i centro storici si stanno svuotando.
A prescindere che si tratti di città grandi o piccoli paesi, basta recarsi in centro storico italiano ed alzare gli occhi per vedere moltissimi appartamenti o interi stabili chiusi. Un degrado urbano che comporta tra l'altro una continua espansione urbanistica in periferia: perchè è questo che sta succedendo nelle città italiane. E' più conveniente economicamente individuare terreni agricoli attorno alla città, espropriarli, trasformarli tramite variante al P.R.G. e perequazione urbanistica in residenziali (e con questo procedimento di perequazione urbanistica i Comuni già si arricchiscono per gli oneri ricevuti) e poi attuare piani edilizi per la realizzazione di sterminate lottizzazioni residenziali con annesse migliaia di costruzioni per decine di migliaia di abitanti equivalenti (che poi non si sa con certezza se arriveranno...). Ma intanto è meglio ricevere gli incentivi statali o europei, versare fior fiore di oneri di urbanizzazione ai Comuni e costruire questi quartieri: e così facendo i centri storici, già vuoti, rimangono tali! Perchè succede questo? Perchè non si vuole recuperarli? Il centro storico è il cuore della città, da ogni punto di vista (storico, urbanistico, sociale), con una fisionomia ed un tessuto urbanistico unici: diciamo che è il biglietto da visita di una città! Però, i proprietari di tali stabili non hanno la forza economica per recuperarli e se ce l'hanno non hanno poi la certezza di poter rivenderli stante il valore di vendita alle stelle ormai accessibile a pochi. Allora che fare? In tal senso le amministrazioni comunali qualcosa possono fare... Semplicemente come succedeva alcuni anni fa: incentivare (o addirittura obbligare!) il recupero degli stabili del centro storico proponendo ad esempio di esentare tali interventi dal pagamento degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione, esentare o alleviare il pagamento dell'I.C.I. per alcuni anni, apporre uno scontro su qualche altra tassa comunale (tassa sui rifiuti, tassa sugli accessi carrai, ecc...), accordarsi con le agenzie immobiliari per offrire gli appartamenti ristrutturati del centro storico ad un prezzo più agevolato, aiutare i proprietari a trovare dei posti auto (coperti o scoperti) nei pressi degli stabili facendoli diventare di uso esclusivo degli stessi, insomma ci sarebbero vari metodi per poter recuperare i centri storici, manca purtroppo la volontà comune. Poi, quando i centri storici avranno esaurito i loro posti, facciamo come Londra e recuperiamo le aree dismesse come ex aree industriali, vecchie stazioni ferroviarie (ce ne sono tantissime in disuso), e allo stesso tempo offrire un buon trasporto pubblico (tram, metropolitane, autobus, bike-sharing, ecc...) e mantenere (se non addirittura aumentare) le aree verdi e i servizi pubblici (scuole, biblioteche, ecc...). Per ultimo, quando tutto sarà esaurito, allora costruiremo attorno alle città: purtroppo qui in Italia il percorso è inverso.... Certo, chiedere ai Comuni italiani di rinunciare agli oneri comunali o ad altre tasse comunali è una cosa che va oltre l'immaginazione umana: sono per altro comprensibili anche i motivi per cui i Comuni non possono rinunciarvi, visto che il federalismo ha tagliato loro i proventi statali ma qui entriamo in un'altra polemica...

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