5 PER MILLE: ancora poco per l’ambiente…
Recenti sondaggi hanno dimostrato (e confermato) che i cittadini italiani sono preoccupati per vari problemi legati alla tematica ambientale: smog, inquinamento, cambiamento climatico, risorsa idrica, rifiuti, ecc… Poi, però, si scopre che questi dati non si riscontrano nelle donazioni tramite il famoso “5 per mille”, forse perché (come dice Valerio Gualerzi sull’inserto “Affari & Finanza” del quotidiano
Infatti, in base ai dati del 2006 (gli ultimi disponibili ed elaborati dall’Agenzia delle Entrate) sono state circa 90.000 le persone che in Italia hanno scelto una Onlus di ispirazione ambientale per devolvere il proprio 5 per mille: ovvero meno della metà dei donatori dell’Unicef, ad esempio. In totale sono stati devoluti alle Onlus ambientaliste circa 3 milioni di euro. Questa la graduatoria delle Onlus in base alle scelte degli italiani:
- WWF, scelto da 30.585 italiani per circa un milione di euro;
- FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), scelto da 10.967 italiani per 655.000 euro;
- Lega Anitivivisezione, scelta da 21.764 italiani per circa 633.378 euro;
- Greenpeace Italia, scelta da 10.560 italiani per circa 342.000 euro;
- LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), scelta da 5.497 italiani per 191.414 euro;
- Legambiente, scelta da 5.311 italiani per 163.634 euro;
- Animalisti Italiani, scelti da 3.814 italiani per 114.930 euro;
- Italia Nostra, scelta da 1.987 italiani per 86.595 euro.
Una curiosità: 942 italiani, per un valore di 23.387 euro, hanno scelto Fare Verde, l’unica organizzazione ambientalista italiana nettamente orientata a destra.
Per quanto riguarda tutte le Onlus in classifica diciamo che Legambiente, nonostante la sua 6° posizione, è comunque quella più attiva e diffusa nel territorio italiano (anche qui il giornalista Gualerzi ha ragione quando dice che forse Legambiente, per le sue donazioni inferiori ad altre Onlus, paga una presenza ormai quasi istituzionale che la penalizza un po’): la fortuna di Legambiente è quella di avere molti circoli territoriali, con migliaia di soci iscritti, che agiscono localmente in tutto il territorio italiano e che hanno la possibilità di gestire in proprio la raccolta fondi.
Diciamo che ancora molto poco viene devoluto dagli italiani alle associazioni ambientaliste: la maggior parte del 5 per mille viene destinato (giustamente) ad associazioni di volontariato (AUSER, UNICEF, ACLI, ecc…) e, più staccate, ad associazioni di ricerca (AIRC, Istituto Europeo di Oncologia, ecc…). Quest’anno i contribuenti potranno scegliere tra ben 77.823 possibili destinazioni del 5 per mille, oltre il doppio delle 31.773 dell’anno precedente: si tratta in totale di circa 380 milioni di euro.
Certamente non sarebbe male se più italiani decidessero di evolvere il proprio 5 per mille alle associazioni ambientaliste: lo dico perché l’Italia ha bisogno di queste associazioni, considerati i problemi ambientali che stanno attanagliando il nostro paese, quali l’inquinamento delle acque, lo smog, gli effetti del cambiamento climatico, la franosità dei suoli, l’abusivismo edilizio, gli ecomostri, la difesa degli ecosistemi, l’urbanizzazione selvaggia, il traffico, i rifiuti, le discariche, ecc… C’è bisogno di queste associazioni visto che le autorità ben poco hanno fatto (e stanno facendo…) in tema ambientale: negli anni si sono susseguiti governi con ministri dell’Ambiente deludenti, incapaci di prendere posizioni ed, anzi, spesso inchini a scelte altrui non proprio consone alle tematiche ambientali... Ancor di più ora che i Verdi sono stati cancellati dal parlamento italiano (a causa del famigerato Porcellum…) e che si sta insediando il nuovo esecutivo Berlusconi III nel quale sta circolando il nome della rossa (solo di capelli!) Brambilla come possibile ministro dell’Ambiente, sempre se ministero dell’Ambiente ci sarà in questo esecutivo. In attesa che i governi facciano il loro dovere, tocca a noi compiere una piccola azione dando più denaro alle associazioni ambientaliste mettendole in condizione di poter agire a più ampio raggio sul nostro territorio. Lo dobbiamo fare per noi e per il nostro futuro.
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