PIANTE DA SALVARE
Il Viale dei Cipressi. Il mitico viale si trova a Bolgheri, frazione del comune di Castagneto Carducci che si trova pochi chilometri a nord-ovest rispetto al capoluogo (al centro della Maremma). Nel 1799 (dopo che nel 1784 era stata approvata una delibera per la costruzione di uno stradone diritto da San Guido a Bolgheri) inizia la costruzione di questo stradone, terminata nel 1806: nel 1831 inizia la messa a dimora dei pioppi nel primo tratto, poi nella primavera del 1832 inizia la messa a dimora dei cipressi. L'ultimazione del viale com'è allo stato attuale avviene nel 1911, mentrte nel 1954 il viale viene asfaltato. La lunghezza del famoso viale è di 4,7 km (solo 252 metri sono privi di piante), e lungo il suo percorso sono piantati ben 2.347 cipressi (dato aggiornato al 16 marzo 1999), anche se ne mancano 87 (in totale dovrebbero essere 2.434). Si tratta di un grande patrimonio naturale e storico del nostro paese: lo storico Luciano Bezzini lo ha definito "unico al mondo", il regista Franco Zeffirelli ha proposto di farne un parco per la poesia (già fu celebrato dal poeta Giosuè Carducci nella sua ode "Davanti a San Guido" del 1874 che iniziava così: "I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti mi balzarono incontro e mi guardar....". Non la scrivo tutta perchè è molto lunga, ma la potete trovare al link http://www.cantoeprego.it/mi_diletto/poesie/poesia.card.dava.htm). E ancora, il fotografo Oliviero Toscani vorrebbe togliere l'asfalto e ripristinare il suo stato d'orginie, l'ex europarlamentare Monica Giuntini propone il viale come bene Unesco, e poi molti personaggi importanti ne sono interessati come Gad Lerner e Francesco Merlo. E tutti insieme sono allarmati di fronte al degrado in cui versa il viale: sporcizia, vegetazione selvatica che sta aggredendo i cipressi, macchine che vi sfrecciano a tutta velocità ben oltre il limite imposto di 60 km7h. Ma di fronte a questa emergenza Regione Toscana, Provincia di Livorno e Comune di Castagneto sono insensibili e non si fanno carico di questo problema. Come è possibile? Come si può lasciare al degrado un pezzo così importante di storia e di natura italiana? Lo chiedo direttamente ai tre enti interessati: fatevi carico di questo problema e dimostrate di avere a cuore il nostro caro territorio.
Il dittamo. Nome scientifico "Dictamnus albus", è una pianta perenne aromatica, diffusa nelle boscaglie aride e nelle foreste di pini dell'Asia orientale e dell'Europa sudoccidentale. E' una pianta duratura, con foglie divise e fiori bianchi o rosa, dagli stami lunghi e capsule a cinque valve, contenenti semi neri e duri. Il nome generico deriva da "Dikte" (nome di un monte dell'isola di Creta) e "Thamnos" (arbusto). Si tratta di una pianta aromatica ricoperta di ghiandole secernenti sostanze irritanti per la pelle: il contatto diretto può scatenare gravi reazioni allergiche. La fioritura avviene normalmente tra maggio e giugno: i fiori, 4-5 cm di diametro, riuniti in un racemo apicale, hanno quattro petali rivolti verso il basso ed uno verso l'alto. Il dittamo è un'importante erba medicinale: la corteccia della radice viene utilizzata come rimedio a eczemi cutanei, rosolia, dolori artritici ed ittero. In associazione ad altre erbe, come la Sophora flavescens, si può impiegare in lozione ad uso esterno. Inoltre le sue foglie e addirittura l'intera pianta vengono utilizzate per aromatizzare liquori, come il vermouth. Ha proprietà antipiretiche, antibatteriche e antifungine. Tra l'altro si tratta di una pianta che possiede delle proprietà molto occulte e mistiche, ben conosciuta fin dai tempi antichi: era consacrata alle Dee lunari Luna, Astarte e Diana (il nome cretese di Diana era Dictynna e come tale la dea portava una ghirlanda fatta con questa pianta magica). Le glandole del dittamo bianco, o frassinella, separano un olio volatile che, in estate e verso sera, creano attorno alla pianta un'atmosfera eterea: pensate che se si avvicina un lume, l'atmosfera si accende, ardendo con luce viva, con tinte di rosso e di verde a seconda della varietà dei fiori. Proprie per queste sue capacità "magiche" compare molto spesso nel romanzo di Harry Potter per creare un unguento magico. Ebbene, questa pianta sta scomparendo dalle campagne europee a causa dello smog, del cambiamento climatico e della scomparsa dell'agricoltura tradizionale con l'abbandono del pascolo e delle piccole piantagioni. E come conseguenza alla graduale scomparsa del dittamo c'è una notevole riduzione di due importanti impollinatori come i bombi e le api selvatiche. E' per questo che l'Unione Europea e l'Università di Bologna hanno avviato un progetto per proteggerli entrambi: un progetto che fa parte del programma Life+ che è stato affidato a un team di ricercatori dell'università. Lo scopo del team è quello di creare piccoli spazi aperti nei boschi per far ricrescere il dittamo e allevare colonie di bombi e api. Tra quattro anni si vedrà quali saranno stati i risultati: se saranno positivi, il lavoro degli scienziati bolognesi sarà preso come esempio per futuri programmi di salvaguardia in tutta Europa. E finalmente potremo andare fieri di qualcosa In Italia, ovvero di aver fatto (finalmente!) delle azioni positivie per il nostro territorio.
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