martedì 12 novembre 2013

Il mito dell'ESTATE di SAN MARTINO

Ieri 11 novembre si celebrava San Martino di Tours, patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni, nonché protettore di albergatori, cavalieri, fanteria, mendicanti, sarti, sinistrati, vendemmiatori e forestieri. Martino di Tours (Sabaria, 316 o 317 – Candes-Saint-Martin, 8 novembre 397), è stato un vescovo e confessore francese, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da quella copta. È uno tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa. Era nativo di Sabaria Sicca (l'odierna Szombathely), in Pannonia (oggi Ungheria). La ricorrenza cade l'11 novembre, giorno dei suoi funerali a Tours. È considerato uno dei grandi santi di Gallia insieme a san Dionigi, san Liborio, san Privato, san Saturnino, san Marziale di Limoges, san Ferreolo di Vienne e san Giuliano. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Martino_di_Tours. Fu così chiamato dal padre, importate ufficiale dell'Esercito romano, in onore di Marte, il dio della Guerra. Da adolescente si trasferì con la famiglia a Pavia ove all'età di 15 anni si arruolo nell'esercito. Mandato in Gallia conobbe il Cristianesimo tant'è che si congedò dalle armi divenendo monaco nella regione di Poitiers. Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che diverrà l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si narra infatti che quando si trovava alle porte della città di Amiens, in una giornata di pioggia, vento e gelo con i suoi soldati, incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. San Martino, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cadeva più forte che mai. Ma fatti pochi passi ecco che smise di piovere ed il vento si calmò. Di lì a poco le nubi si diradarono, il cielo divenne sereno e l'aria si fece mite. Il sole cominciò a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Fonte: articolo di Mauro Mazzoleni del 10 nopvembre 2013 pubblicato sul sito http://www.3bmeteo.it. La leggenda vuole che proprio in concomitanza di questa data l'Italia, ma anche parte dell'Europa, viva la cosiddetta Estate di San Martino, un periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Ma c'è un fondo di verità in questa storia?  Prosegue l'articolo di Mauro Mazzoleni: se si esamina la mappa climatologica della distribuzione della pressione al suolo sull'Europa nei giorni intorno al 10 novembre relativa al periodo 1948-2010  (vedi immagine), si evince infatti una moderata espansione dell'alta pressione delle Azzorre dalla Spagna verso l'Europa centrale, lasciando relegate le correnti perturbate fredde solo all'Europa nordorientale e al Nord Atlantico. A risentirne maggiormente sembrano proprio le regioni centro-settentrionali dell'Italia, mentre quelle meridionali appaiono penalizzate dalla presenza di un'area di bassa pressione sul Mediterraneo meridionale. Come vuole la tradizione l'estate di San Martino solitamente dura poco più tre giorni. 
Un fenomeno meteorologico al quale il grande poeta Giosuè Carducci dedicò una poesia, intitolata appunto “San Martino” (http://it.wikipedia.org/wiki/San_Martino_(poesia)). Si tratta quindi di un mix incredibile e curioso di meteorologia, credenza, leggenda, storia, letteratura, che rende il tutto davvero affascinante: un modo simpatico di apprendere nozioni di meteorologia.

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