venerdì 17 gennaio 2014
E' questo il titolo dell'articolo di Piero Messina e Chiara Organtini pubblicato sul settimanale di informazione L'Espresso del 12 dicembre 2013, relativo alla nascita di una nuova rete delle previsioni meteorologiche, che rischia però di far spendere un sacco di soldi pubblici anziché migliorare gli interventi per affrontare le situzioni d'emergenza o per introdurre finalmente una tutela seria del territorio. Andiamo con ordine: intanto l'Italia è l'unico paese europeo a non avere un sistema meteo civile, in quanto qui da sempre se ne occupa l'Aeronautica Militare (http://www.aeronautica.difesa.it/Pagine/default.aspx), che ha sempre fornito un servizio meteorologico ottimo, anche se da anni si sta discutendo di come poter allinearsi agli standard europei per creare una struttura “civile”. Per fare ciò (o tentare di farlo...) la scorsa estate è stata varata la legge di riforma della Protezione Civile, che prevede per la meteorologia la nascita di una mega struttura che raggrupperà le competenze e le risorse accumulate negli anni dall'Aeronautica Militare e dalle strutture regionali. Si chiamerà SMND (Servizio Meteo Nazionale Distribuito) e godrà di autonomia amministrativa ed operativa: tuttavia, toccherà proprio alla Protezione Civile redigere il piano operativo e la stesura del decreto che poi il Governo dovrà presentare... (non possiamo non notare che il tutto è guidato da tale Bernardo De Bernardinis, ex numero due della protezione Civile che assieme a tutti i componenti della Commissione Grandi Rischi è stato condannato a 6 anni per omicidio e disastro colposo per il terremoto de L'Aquila ed interdetto dai pubblici uffici: sentenza di primo grado in attesa di appello).
Secondo i documenti in possesso di Usb (il sindacato dei Vigili del Fuoco), il piano prevede la nomina di un responsabile unico per il nuovo servizio, scelto dal Governo, di un comitato di coordinamento e la creazione di una commissione meteo nazionale. In una precedente relazione, la Protezione Civile disse che il tutto sarebbe avvenuto senza nessuna spesa aggiuntiva per la pubblica amministrazione: si prevede infatti che il nuovo apparato possa funzionare con gli stessi fondi oggi stanziati per tutti i protagonisti del sistema (Aeronautica Militare, Regioni, Province autonome, ecc...), ovvero 75 milioni di euro all'anno. Ma qui (come per molte cose italiane...) c'è il trucco: quei 75 milioni di euro sono quelli di cui ha avuto bisogno sin qui ogni anno l'Aeronautica Militare proprio per fornire il suo servizio meteorologico: venendone privata, dovrà quindi esserne rimborsata per poter continuare a fornire il suo ottimo servizio. Ecco quindi che scattano ulteriori 75 milioni di euro che lo Stato dovrà sganciare. Non proprio a costo zero quindi...
Ma era così prioritaria la riforma delle previsioni meteorologiche in Italia, con tutte le riforme che urgono? L'Aeronautica Militare funziona oggi benissimo, sforma previsioni meteo dettagliate e lancia allarmi preziosi con parecchio tempo di preavviso: non è poi colpa dell'Aeronautica Militare se, come è accaduto in occasione della gravissima alluvione in Sardegna della scorso autunno, i fax di preallarme vengono spediti nei municipi (chiusi la domenica) venendo quindi ignorati o se, come accaduto in Abruzzo, a fax ricevuto gli organi che dovevano fronteggiare le emergenze non avevano uomini né mezzi... Questi sono i problemi da risolvere...
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