mercoledì 27 giugno 2007
Ebbene sì, finalmente! La decisione è contenuta nella Finanziaria 2007, precisamente nell'articolo 1 comma 1129, 1130 e 1131 ove si evince che verrà avviato un "programma sperimentale di riduzione della commercializzazione di sacchi da asporto che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili". Quindi dal 1° gennaio 2010 basta borse di plastica non biodegradabili: attualmente si consumano in Italia 250.000 tonnellate all'anno di borse in plastica non biodegradabili, per un mercato di circa 500 milioni di euro... La nuova normativa non sarà ben vista dalla produzione nazionale di tale tipo di borse: per questo il programma prevede un passaggio graduale dalle borse non biodegradabili a quelle biodegradabili, le cosiddette "eco-shopper" (queste ultime vengono oggi prodotte in Italia in appena 1500 tonnellate annue per un fatturato di 15 milioni di euro circa). Tutto questo sarà fatto in funzione del taglio delle emissioni di CO2 in atmosfera, per dare un contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto e di messa in regola rispetto alla diretta EN13432 della Comunità Europea: infatti, per produrre 300.000 tonnellate di borse in plastica non biodegradabili vengono bruciate fino a 430.000 tonnellate di petrolio! Per produrre invece 100 borse biodegradabili bastano mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole... Per questo già da un pò di tempo si sta puntando sulla coltivazione di 200.000 ettari di terreno a granoturco e girasole da destinare solo alla produzione di borse biodegradabili. Si sta pensando di sfruttare anche il pomodoro (ne vengono prodotti ben 65 milioni di quintali all'anno in Italia): i polisaccaridi estratti dagli scarti dell'ortaggio una volta purificati potrebbero diventare eco-shopper. Le borse biodegradabili prodotte oggi in Italia derivano dall'amido di mais chimato Mater-Bi e viene prodotto nella bioraffineria Novamont ed in alcuni stabilimenti simili nell'area di Terni. C'è comunque da dire che, come spesso succede, arriviamo sempre in ritardo su queste cose: Parigi ha già vietato le borse non biodegradabili dal 1° gennaio 2007, a San Francisco saranno bandite dal settembre 2007 dai maggiori supermercati ed in seguito anche dalle farmacie, Melbourne ha messo una sovrattassa sulle buste di plastica, Hong Kong (dove si utilizzano 8 miliardi di sacchetti all'anno di borse di plastica) sta pianificando un programma di riduzione entro un anno a 1 miliardo di borse di plastica fino al definitivo divieto. Molti altri paesi hanno già vietato o si stanno muovendo in merito: Irlanda, Taiwan, Sudafrica, Bangladesh, ecc... Meglio tardi che mai, no?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento