mercoledì 27 giugno 2007
Siamo nel comune di Scansano, in provincia di Grosseto: il progetto del parco eolico ha iniziato il suo iter burocratico nel 2002, è stato costruito nel 2005 dalla multinazionale spagnola Gamesa ed è stato acquistato dalla maggiore compagnia elettrica spagnola, Endesa, con un investimento di 25 milioni di euro. Il parco è costituito da 10 aerogeneratori per una potenza di 20 megawatt e da qualche mese l'intero impianto è collegato alla rete elettrica di distribuzione Terna. Si tratta del 2° parco eolico nato in Toscana, primo però per capacità energetica: consente di risparmiare ben 38 milioni di tonnellate di CO2. Il parco infine è stato inaugurato poco più di una settimana fa. Sembra una bella storia sulle energie rinnovabili... ed invece qualcosa non va, almeno secondo la sentenza del T.A.R. della Toscana. Infatti, un pò di tempo fa l'imprenditore vitivinicolo toscano Iacopo Biondi Santi e l'associazione ambientalista Italia Nostra hanno presentato ricorso contro il Comune di Scansano, la Provincia di Grosseto, la Regione Toscana e la Soprintendenza di Siena e Grosseto, i quali tutti assieme approvarono nel 2005 la costruzione di tale parco. Ora è arrivata la sentenza del T.A.R. (che nessuno si aspettava così pesante): il tribunale dà infatti ragione all'imprenditore e ad Italia Nostra in quanto il parco eolico provoca inquinamento acustico e non rispetta la fauna del territorio (uccelli selvatici); inoltre nell'area circostante ci sono 3 siti di importanza comunitaria da considerare "aree critiche per aspetti naturalistici". Le responsabilità maggiori, secondo il T.A.R., sono quelle della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto che non potevano non tenere conto delle invarianti strutturali da preservare. Sempre secondo il T.A.R. la struttura è stata costruita secondo procedure discutibili: il progetto infatti non è stato sottoposto a "Valutazione di Impatto Ambientale" (che la Regione Toscana non ha ritenuto necessaria, così come anche la Conferenza dei Servizi) pur richiedendo 29 prescrizioni e questo starebbe a testimoniare la presenza di problematiche irrisolte (che invece si sarebbero potute risolvere con la "Valutazione di Impatto Ambientale"). Secondo il T.A.R. la Regione Toscana doveva fare un'analisi più attenta del progetto e del suo impatto. Il problema è che l'impianto è stato costruito, completato e... inaugurato!!! Ma ora l'imprenditore vitivinicolo e Italia Nostra chiedono addirittura l'abbattimento delle pale e dunque 25 milioni di euro vengono buttati... al vento (scusatemi la battuta)! Il TA.R. non ha il potere di bloccare immediatamente l'attività dell'impianto eolico: la sentenza emessa chiede di annullare (previa sospensione) l'atto con cui il dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Grosseto ha approvato il progetto per la costruzione dell'impianto nonchè il decreto con cui la Giunta della Regione Toscana ha escluso la "Valutazione di Impatto Ambientale". Ma allo stasso tempo la spagnola Endesa (così come la Provincia di Grosseto) ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato: quindi ci vorrà ancora qualche mese per sapere come finirà questa ingarbugliata storia. E' il classico esempio di come funzionano le cose in Italia: progetti un pò delicati vengono trattati con troppa superficialità trovando così tutte le autorizzazioni necessarie per la loro attuazione; poi, una volta completati, interviene qualche ricorso che annulla le autorizzazioni e obbliga la demolizione, mandando in fumo centinaia di milioni di euro. Ma perchè si deve sempre seguire questa strada in Italia? Fare e poi demolire, spendere per poi non usufruire dei soldi investiti e trovandosi a mani vuote! Perchè non si riesce a fare le cose in maniera pulita e regolare? Certo, se la sentenza del T.A.R. fosse arrivata un pò prima forse si evitava di spendere 25 milioni di euro per niente...
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