mercoledì 1 agosto 2007
Lo ha reso noto l'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e del Territorio) durante la conferenza stampa di presentazione del "Rapporto sul Piano Nazionale di Monitoraggio" coordinato nel triennio 2003-2005. Infatti è stato siglato un accordo tra Stato e Regioni per affidare all'APAT il coordinamento di monitoraggio delle acque per realizzare un buon sistema di controllo e di gestione dell'informazione delle nostre acque. Prima infatti i controlli effettuati dalle Regioni erano disomogenei ed effettuati solo su alcune sostanze, ora invece viene esteso a tutte le sostanze e in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale: l'accordo è ora scaduto ma c'è la volontà da tutte le parti di rinnovarlo. Ebbene, dalle indagini effettuate risulta che ogni anno si utilizzano in Italia ben 150.000 tonnellate di pesticidi che, se da un lato possono avere effetti positivi sui raccolti agricoli, dall'atro hanno effetti molto negativi per l'uomo e per l'ambiente visto che la maggior parte di essi finisce nelle nostre acque (fluviali e lacustri, superficiali e sotterranee). Sono state utilizzate ogni anno circa 400 sostanze attive in agricoltura, presenti con diverse formulazioni in alcune migliaia di prodotti commerciali! Molte di queste sostanze sono presenti anche nei biocidi (ovvero tutti quei prodotti che vengono utilizzati come disinfettanti, conservanti del legno, antincrostanti, pesticidi ad uso agricolo, ecc...) dei quali non si hanno a disposizione le informazioni inerenti le quantità utilizzate per cui non è possibile indicarne la loro incidenza sull'inquinamento ambientale. Sono stati rinvenuti nelle acque italiane 119 diversi tipi di pesticidi, di cui 112 in quelle superficiali e 48 in quelle sotterranee...: i controlli relativi all'anno 2005 sono stati effettuati su 3.574 monitoraggi e 10.570 campioni per un totale di 282.774 misure analitiche. Ebbene, in 485 punti di monitoraggio (ovvero il 47% del totale) delle acque superficiali è stata riscontrata la presenza di residui di pesticidi, di cui nel 27.9% dei casi in quantità superiori al limite imposto per le acque potabili; per le acque sotterranee sono stati rinvenuti residui di pesticidi in 630 punti di monitoraggio (il 24.8% del totale) di cui nel 7.7% dei casi in quantità oltre il limite. Tra tutti i pesticidi quelli in maggiore quantità rinvenuta vi sono gli erbicidi, tra cui gli erbicidi triazinici e alcuni prodotti di degradazione (i cosidetti metaboliti). Tra le aree maggiormente inquinate vi sono la pianura padano-veneta e alcune regioni del Centro-Sud: qui sono risultati contaminati il 51.5% dei punti di monitoraggio (dei quali il 29.2% oltre il limite) nelle acque superficiali e il 16.1% dei punti di monitoraggio (di cui il 2.7% oltre il limite) in quelle sotterranee. Tra l'altro, è stata ancora trovata la atrazina (una sostanza il cui divieto è vecchio di 20 anni...), a conferma del suo forte utilizzo in passato e della sua fortissima resistenza nell'ambiente! Forte anche la contaminazione di metolaclor, soprattutto in Valpadana: è presente nel 33% delle acque superficiali (nel 19% dei casi oltre il limite). Da segnalare anche la presenza di alcuni erbicidi utilizzati nelle risaie, come il bentazone che nell'11% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali risulta oltre il limite! I pesticidi da un lato sono positivi nel prevenire malattie alle colture agricole (consentendo quindi ottimi raccolti), ma se pensiamo che la maggior parte di essi finisce nella acque e che queste vengono impiegate nell'irrigazione agricola.... beh, allora forse ci dobbiamo porre alcuni dubbi su quello che mangiamo!!!
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