giovedì 2 agosto 2007
Molti di voi (e anche il sottoscritto) saranno rimasti scioccati nel vedere in TV quelle tremende immagini della devastazione causata dagli incendi che nelle ultime settimane hanno distrutto molte zone italiane, purtroppo anche con la perdita di 4 vite umane. Le condizioni climatiche sono state certo favorevoli all'espandersi di questi incendi: terreni inariditi dall'assenza di pioggia che dura ormai da mesi, temperature elevatisssime per l'insistenza dell'anticiclone nord-africano (fino a 45°C all'ombra in Puglia!) e il vento di libeccio molto forte. Dobbiamo però anche dire che di tutti gli incendi che scoppiano solo il 3% è dovuto a cause naturali e l'1% a motivi accidentali, mentre il 15% è di origine colposa e addirittura il 60% di origine dolosa! Alcune cifre vi daranno la dimensione del problema: nel 2006 in Italia ci sono stati 5.643 incendi, sono andati in fumo 40.000 ettari (di cui 16.000 a bosco), per il cui spegnimento sono stati impiegati 8.000 forestali; ogni anno i roghi costano allo Stato italiano ben 500 milioni di euro, quindi 10 euro procapite per ogni italiano! Diciamo quindi che finito l'incendio inizia il business: la ricostruzione. Il rimboschimento di un ettaro costa circa 2.000 euro, quindi il costo del rimboschimento 2006 è stato di ben 32 milioni di euro... Ma ci sono anche la speculazione edilizia (dai terreni bruciati spuntano terreni per costruire complessi residenziali, albergi, case di vacanza, ecc...), il riutilizzo ei terreni per la pastorizia, insomma si favorisce sia il pastore sia il costruttore! La normativa in materia non manca: c'è infatti la Legge n° 353 del 2000 che prevede che i Comuni sono tenuti a censire annualmente i terreni incendiati tramite un apposito catasto, e solo in questo modo si può applicare il divieto previsto di modificarne la destinazione d'uso per 15 anni e di costruire edifici o di praticare caccia o pastorizia per 10 anni. Solo che lo fa il 24% dei comuni italiani e solo il 6% risulta pienamente in regola con la normativa!! Da un'estremità all'altra: se in Liguria oltre il 60% dei comuni è dotato di questo tipo di catasto, in Sicilia nessun Comune lo ha ancora fatto... Simone Andreotti, responsabile nazionale Legambiente per la Protezione Civile, dice a ragione che "dalla mancata applicazione della legge nasce la possibilità di guadagno tramite l'abusivismo edilizio, l'allargamento delle zone di pascolo e agricoltura, il bracconaggio, il rimboschimento e la creazione di posti di lavoro per gli stagionali della forestale"! Già nel 2001 il Sisde aveva denunciato il coinvolgimento della criminalità organizzata nella ricostruzione e nella speculazione edilizia delle aree devastate dagli incendi, ma tant'è.... La stessa normativa affida alle Regioni la competenza specifica contro gli incendi, stabilendo che le amministrazioni debbono munirsi di flotte regionali di elicotteri spegnincendi e pianificare dei piani d'emergenza: pochi lo fanno e quando scoppiano gli incendi devono arrivare gli elicotteri dello Stato! Vista questa inadempienza dei comuni, il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli chiede al Governo il commissariamento degli enti locali inadempienti e la nomina di un commissario per la redazione del catasto degli incendi. Le tecnologie poi non mancano: ci sono numerosi satelliti di telerilevamento per individuare, monitorare ed addirittura prevedere questi incendi. Diciamo anche che chi viene colto in flagranza di appiccamento del fuoco non viene puntio: l'anno scorso 353 persone sono state denunciate per incendio doloso ma nessuna è finita in carcere..., eppure i presupposti ci sarebbero tutti per "finire al fresco" e per un bel pò di tempo. E i danni chi li paga? Lo Stato, cioè noi....
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