mercoledì 5 settembre 2007
Per tanto tempo si è pensato ai cosiddetti "biocarburanti" in qualità di sostituto della benzina come soluzione alla lotta dell'inquinamento atmosferico, ma probabilmente in pochi hanno pensato all'effetto che questo avrebbe comportato: scarsità sempre maggiore di cibo e aumento del suo costo, il chè (unito al costante aumento della popolazione mondiale) si tramuta in FAME! Proprio la maggior richiesta di alcuni prodotti agricoli per la produzione dei biocarburanti (grano, canna da zucchero, ecc...) ha portato all'impiego sempre più vasto di terreni prima utilizzati per altri prodotti agricoli: sul mercato ci sono sempre meno prodotti agricoli che così costano di più. Per fare alcuni esempi, negli Stati Uniti gli stabilimenti per la produzione di etanolo (biocarburante) erano 100 nel 2006, saranno 150 alla fine di quest'anno e saranno ben 450 entro due anni, mentre nel solo stato del Nebraska un altro milione di acri di mais è stato piantato quest'anno e lo stato produrrà 1 miliardo di glloni di etanolo; il Brasile pianterà 300 milioni di acri di mais (pari a 1,2 milioni di kmq) per produrre biofuel; l'India ne vuole piantare 35 milioni di acri di mais (140.000 kmq); l'Indonesia vuole superare la Malesia nella produzione di olio di palma aumentando da 16 milioni a 65 milioni gli acri coltivati; il Sudafrica (già denominato "Medio Oriente del biocarburante") ha già piantato quasi 1 miliardo di acri di mais (pari a ben 4 milioni di kmq) per biofuel! Tutto ciò sta comportando degli sgravi squilibri, con ripercussioni anche sugli allevamenti: in un solo anno il prezzo del grano è aumentato del 50% e addirittura del 100% quello del frumento! In Cina è aumentato mediamente del 42% il prezzo della carnbe di maiale, negli USA il prezzo del pollo è aumentato del 10% mentre uova e latte del 7,5% (il più alto degli ulimi 25 anni), in India i prezzi sono aumentati dell'11% mentre in Messico il prezzo di una torilla è aumentato di ben il 400% in un solo anno!!! Già l'agricoltura è messa in crisi dalle siccità sempre più gravi che colpiscono vari angoli del pianeta: è previsto infatti un declino del 50% entro il 2020 dell'agricoltura nei paesi dipendenti dalla pioggia per l'irrigazione. Se a questo aggiungiamo la sempre minor disponibilità di prodotti agricoli e terre coltivabili a discapito dei prodotti da utilizzare nella produzione di biocarburante, l'aumento del 20% dei costi per gli aiuti alimentari al Terzo Mondo, l'aumento della soglia di povertà, il pericolo di un aumento del 50% dei prezzi nel prossimo decennio, l'aumento costante della popolazione mondiale, delle auto in circolazione e delle persone malnutrite, beh dopo tutte queste considerazioni non sò come possano fare i governi mondiali a continuare a puntare sui biocarburanti. La domanda che dovrebbero porsi è infatti: c'è cibo per tutti? Oppure arriveremo ad un punto un cui molte persone dovranno sciegliere tra una pagnotta di pane e un pieno di biocarburanti nell'auto....
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