mercoledì 26 settembre 2007
Per secoli le mappe della Terra sono state continuamente ritoccate in seguito alle varie scoperte (frutto delle innumerevoli spedizioni in ogni angolo del pianeta): una volta scoperto praticamente tutto il nostro pianeta, a cambiare le mappe sono state le guerre (e fino a non molto tempo fa, vedi l'ex Jugoslavia...). Ora però ci si mette il clima: il cambiamento climatico in corso sta letteralmente trasformando molti angoli della nostra cara Terra e così il 12° atlante pubblicato dal Times (edizione 2007) ha dovuto essere aggiornato tenendo conto delle modifiche conseguenti al cambiamento climatico. Così, ad esempio, il litorale del Bangladesh ha ormai cambiato fisionomia in seguito all'intensificarsi e alla maggiore violenza di cicloni e monsoni, l'oceano ha ormai mangiato tre metri di terra alle coste dell'Alaska sotto l'infuriare delle tempeste, il Fiume Giallo (Cina) è talmente impoverito da un uso scellerato delle sue acque per la popolazione, le industrie e l'agricoltura che a tratti non arriva neppure al mare e questo ha alterato la costa! Molti allarmi arrivano dai grandi laghi: come si vede nella foto satellitare allegata, il Lago Ciad (foto centrale) è praticamente ridotto ad una pozzanghera rispetto al grande lago qual'era appena 40 anni fa! Lo stesso Lago d'Aral (foto inferiore) si è sensibilmente rimpicciolito ed abbassato dal 1960 al 2000, anche se ora nuove politiche di sfruttamento hanno consentito un parziale miglioramento...Per non parlare dei ghiacciai: in Italia sono calati del 40% dal 1850 al 1980 ma di ben un altro 20% solo tra il 1980 e il 2000, e mentre la perdita media annua di spessore è stata di 25 cm tra il 1850 e il 1980, tra il 1980 e il 2000 è stata di ben 65 cm (con un picco record di 250 cm nel 2003...)! Tali fenomeni stanno sconvolgendo la morfologia delle nostre Alpi: riaffiorano nuclei di ghiaccio sepolti tra i detriti, laghi che nascono e scompaiono nell'arco di pochi mesi, esondazioni improvvise, ecc... Nella foto allegata (parte superiore) si nota il ghiacciaio del Kilimangiaro come'era nel 1963 e nel 2000: no comment! Molti cambiamenti stanno riguardando anche le coste italiane: il 37% dei litorali sabbiosi è arretrato negli ultimi 35 anni, il cemento ha invaso i litorali con un incremento delle zone urbanizzate costiere di ben il 60% tra il 1990 e il 2000, mentre le zone umide sono diminuite di ben l'80% nell'ultimo secolo!!! Si tratta quindi di combattere il cambiamento climatico in corso sul nostro pianeta, senza ombra di dubbio di origine naturale (come già capitato in altre ere della storia della Terra) ma accelerato ed aggravato dall'attività umana, puntando quindi su un mutamento delle fonti di energia e dei modi di vita attualmente utilizzati dall'uomo; ma si deve anche puntare ad un blocco dello sfruttamento senza regole del nostro territorio che è complice di un dissesto idro-geologico gravissimo. Salviamo il nostro pianeta: non è solo in gioco il cambio degli atlanti geografici, ma molto di più...!
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