martedì 25 settembre 2007

L'Europa riscopre la bici, l'Italia invece l'auto...

Sabato 22 settembre 2007 è stata per l'Italia la "giornata senz'auto", promossa in 40 città per l'astensione volontaria dall'uso dell'automobile. E' notizia di questi giorni che il Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha annunciato di voler stanziare 16 milioni di euro del fondo triennale per la "mobilità sostenibile" all'uso della bicicletta al fine di combattere l'effetto serra; ma arriveranno anche 1,25 milioni di euro per i progetti riguardanti il cosiddetto "bike sharing" (la bici a noleggio) visto il successo che questa iniziativa ha avuto in molte città europee. E, infatti, è proprio rispetto al resto d'Europa che si vede il gap dell'Italia per quanto riguarda l'uso ecologico della bicicletta: molti paesi europei hanno infatti diminuito l'uso dell'auto nelle loro città a vantaggio di biciclette, scooter e mezzi pubblici. Nel Regno Unito il chilometraggio medio dei veicoli privati è sceso dell'8% dal 1995, in Francia del 7% e in Germania del 4%, mentre nl nostro caro paese il chilometraggio è addirittura aumentato raggiungendo gli stessi livelli ante 1995! Ma non si tratta di una scelta: diciamo che gli italiani non hanno alternative! I mezzi pubblici sono scarsi e vetusti, mentre da ormai troppo tempo non si investe nelle infrastrutture nazionali: in Italia abbiamo le stesse strade di 30 anni fa (in Spagna invece le autostrade sono aumentate in lunghezza del 5% tra il 1995 e il 2003) e allo stesso tempo ha continuato ad aumentare il numero di auto in circolazione. Non dimentichiamo che ciò è stato favorito anche (e soprattutto) da politiche incentrate per decenni esclusivamente sull'uso dell'auto (vedi Fiat...): ciò ha portato ad avere quasi un auto per ogni italiano maggiorenne (infatti nel 2006 a fronte di 48.271.979 abitanti maggiorenni vi erano ben 34.667.487 vetture in circolazione, ovvero 1,4 abitanti per ogni auto!!!). Per fare un altro esempio in Danimarca si vendono in media all'anno 79 biciclette ogni 1.000 abitanti, 75 in Olanda, 59 in Germania, 54 in Francia e solo 25 in Italia (la media europea è di 43...). Altro dato allarmante deriva dalle piste ciclabili: in Europa mediamente ogni abitante ha a disposizione almeno 80 metri di pista ciclabile, in Italia la città che ha la media più elevata è Ravenna con 32 metri per abitante...(seguita da Modena, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia)! In totale vi sono in Italia 2.488 km di piste ciclabili, mentre sono solo 7 le città italiane che hanno una rete di piste ciclabili superiore ai 70km (Modena, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Bologna, Torino e Milano). Tra le città in cui è più diffuso l'uso della bicicletta figurano Bolzano al 1° posto (17%), seguita da Ferrara (15.1%) e Ravenna (12.8%). Il problema è che in Italia finora non si è investito con costanza e a sufficienza per risolvere questo problema: la prima legge sulla "mobilità ciclabile" è stata la "legge Galletti" del 1998 la quale stanziò 11 miliardi di lire per incentivare la costruzione di una pista ciclabile per ogni strada ristrutturata o costruita ex-novo ed erogava soldi a progetto pagando 1/3 dell'opera. Tale finanziamento fu seguito da un secondo finanziamento di 20 miliardi di euro nel 2001, poi salì al governo Berlusconi... e lo stanziamento scese drasticamente a 2 milioni di euro (meglio i camion, no?)! Ora finalmente il nuovo cospicuo finanziamento del Ministro Pecoraro Scanio di 16 milioni di euro: attendiamo nuove piste ciclabili e un rinforzamento dei mezzi pubblici, anche se la strada è ancora lunga (scusatemi la battuta!).

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