martedì 25 settembre 2007
Sta per nascere a Trieste il "Museo della Bora": un'idea geniale che viene da un'associazione privata di circa 20 amici triestini (grafici, pubblicitari, narratori, illustratori, ecc...) i quali hanno come missione "catturare" la bora e metterla in un museo aperto a tutti. Finora hanno registrato tre raffiche molto potenti, una da 151 km/h, una da 165 ed una da ben 171!! Per il momento non si tratta di un museo, ma di un "magazzino dei venti" che rappresenta il primo nucleo di quello che sarà il museo vero e proprio: finora hanno raccolto 57 venti da tutto il mondo mandati da altri appassionati. Sarà davvero un museo molto curioso: venti, curiosità, rimandi letterali, artistici e musicali, un'ampia sezione scientifica sulla storia e le caratteristiche dei venti di tutto il mondo, strumenti per misurarli, mulini e vele, nonchè nozioni sulle potenzialità dell'energia eolica. Insomma, una cosa davvero interessante! Molto particolare (e da provare...) sarà la "sala del soffio", una specie di galleria del vento dove si potrà essere investiti dal vento di bora creato in laboratorio, scegliendo a che velocità e da che zona di Trieste farlo arrivare (sulle pareti verranno così proiettate le immagini dell'angolo scelto della città)!!! L'idea del "Museo della Bora" viene mossa dalla consapevolezza che (come disse il pittore Carlo Wostry) "l'unica cosa veramente originale che abbiamo a Trieste è la bora". Allora, perchè non sfruttarla? Per il momento il museo non ha ancora una sede (se ne avete una...): il "magazzino dei venti" è per ora visitabile su prenotazione, basta consultare il sito http://www.museobora.org. All'interno del magazzino si troverà anche una lunga serie di oggetti antichi collegati al vento come le corde che negli anni '50 si tiravano lungo le rive della città per aggrapparsi, i ghiaccini (ovvero dei piccoli ramponi che si attaccavano sotto le scarpe per non scivolare), le doppie finestre infrangi vento, le antenne televisive divelte, cartelli stradali e pubblicitari piegati, i cocci dei cornicioni caduti delle case, ecc... A proposito, c'è anche un libro dal titolo "Via della bora" scritto da Rino Lombardi, uno dei fondatori. Nel frattempo stanno arrivando venti da tutto il mondo catturati dagli appassionati in bottiglie, boccette di vetro, sacchi di cartone, otri, barattoli, ecc...: ogni contenitore riporta luogo, data e nome del vento e del raccoglitore. Così sono arrivati il "nortada de Carrapateira" (vento caldo e fastidioso portoghese), il "monsonico" di Ouagadougou (Burkina Faso), il "nyala" del Darfur (Sudan), il "vento di Epidauro", addirittura una bufera della Rhonda Valley mentre un simpatico tizio francese ha raccolto... uno starnuto in una strada di Rodez!
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