mercoledì 10 ottobre 2007
La Cina sta vivendo uno sviluppo economico davvero impressionante che sta celando, purtroppo, dei rischi gravissimi per la sua stessa esistenza: tra questi vi è la scarsità sempre più diffusa d'acqua. Prendiamo ad esempio la città di Shijiazhuang, metropoli di oltre 2 milioni di abitanti, capitale della provincia di Hebei posta nella Pianura Cinese Settentrionale: si ta espandendo rapidamente (lo scorso anno la crescita economica è stata di ben l'11%...), aumenta la popolazione, sorgono ovunque nuovi quartieri residenziali arricchiti di laghetti artificiali e aumenta il numero delle industrie: tutto aumenta... tranne l'acqua! Pensate, la falda freatica della città si abbassa di circa 1,2 metri all'anno!!! Questa città è stata presa ad esempio per rappresentare una situazione che ormai è tipica di buona parte della Cina, ed in particolare della citata Pianura Cinese Settentrionale: la Cina, oltre ad avere il 20% della popolazione mondiale, ha anche il 7% delle risorse idriche mondiali che però per i 4/5 sono concentrate nel Sud del paese. Se si aggiunge che a livello nazionale l'uso d'acqua è quintuplicato dal 1949 ad oggi, si comprende la difficoltà con cui il Governo cinese deve prendere certe scelte politiche per far fronte allo straordinario (e senza controllo) sviluppo demografico, industriale ed agricolo che richiede quantità sempre maggiori di acqua. Ad esempio, da un pò di tempo il Governo cinese sta puntando ad un potenziamento della coltivazione del grano nella Pianura Cinese Settentrionale, che però richiede enormi quantità d'acqua che invece sarebbe meglio preservare per la popolazione: ma ciò comporterebbe una riduzione delle attività agricole ed in particolare del grano, con gravi ripercussioni sull'alimentazione dei contadini ed anche sul prezzo internazionale del grano. Si comprende quindi la difficoltà delle scelte politico-economiche da parte del Governo cinese, che deve quindi percorrere strade alternative. Tra queste, vi è il rispolvero (nel 2002) di un vecchio progetto di ingegneria idraulica mai realizzato ed ideato nientemeno che dal defunto Mao Tze Tung: un progetto per il trasferimento delle acque dal Sud al Nord del paese, facendo incanalare più di 45.000 miliardi di litri d'acqua all'anno (ad un costo di 44 miliardi di euro...) lungo tre canali dal bacino del grande fiume Yangtze. Il progetto, se cominciato ora, terminerebbe nel 2050... Ricordiamo che la Pianura Cinese Settentrionale è popolata da ben 200 milioni di persone ma è scarsamente piovosa: per tale motivo il 60% dell'acqua di cui ha bisogno lo ricava dalla falda (che entro 30 anni potrebbe prosciugarsi, quando invece fino ad appena 100 anni fa l'acqua sgorgava già a 2,5 metri di profondità...). Nella Pianura questo ora non succede più, anzi: circa 5/6 delle terre umide si sono prosciugati, facendo scomparire gran parte dei ruscelli e dei torrenti naturali, mentre molti fiumi (un tempo navigabili) sono ora ridotti a dei letti inariditi... C'è da aggiungere che quella poca acqua che è rimasta è ormai fortemente inquinata da scarichi fognari ed industriali immessi nei fiumi senza alcun controllo! Politiche economiche errate, l'esplosione demografica, i cambiamenti climatici e l'inarrestabile crescita economica hanno portato a questi risultati, senza ormai via d'uscita, se non con opere colossali come il progetto di Mao che però richiede un investimento di tempo e di denaro davvero smisurato! Basta però una frase pronunciata da Wang Yongli, ingegnere capo all'ufficio per la conservazione delle acque della città di Shijiazhuang, per dare l'idea della filosofia cinese attuale: "Però la priorità è lo sviluppo". Caro ingegnere, ci risentiremo quando l'acqua sarà finita...
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1 commento:
L'acqua, una sfida per l'umanità.
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