martedì 9 ottobre 2007
Esattamente alle ore 22:39 di quel 09 ottobre 1963 la città di Longarone veniva completamente spazzata via in pochi secondi dalla enorme massa d'acqua fuoriuscita dalla diga del Vajont: una massa rocciosa di 259 milioni di mc, con un fronte di quasi 2 km, si staccò dal Monte Toc e precipitò nella diga scatenando così un'onda gigantesca alta 250 metri che prima spazzò i paesi di Erto e Casso, poi scavalcò la diga e scese a valle ad una velocità impressionante di 80 km/h: in appena 3 minuti causò quasi 2.000 vittime! Voglio ricordare questa tragedia sia per le vittime sia perchè l'incuria umana non possa più permettere disastri simili. Perchè di incuria umana si trattò: certo, nei due mesi precedenti la piovosità era stata 3 volte superiore alla media e quindi anche l'azione dell'acqua ebbe la sua parte, ma non si può utilizzarla come scusa per coprire colpe umane inaccettabili. La zona era molto dissestata e soggetta a frane: il Monte Toc è infatti caratterizzato lungo il suo versante settentrionale da strati di roccia inclinati di circa 45° verso valle poggiati su strati di argilla che, sotto la spinta di alcuni agenti (come l'acqua), letteralmente scivolano verso il basso: i geologi lo sapevano. Era proprio il caso di fare la diga? Poi, le ripetute operazioni di riempimento e svuotamento dell'invaso della diga (fatte per collaudare il bacino) contribuirono ad instabilizzare ulteriormente il versante del monte. Molte furono le proteste (non ascoltate) dei vari comitati durante la realizzazione della diga: la SADE (ovvero la "Società Adriatica di Elettricità" che ha progettato e costruito la diga) "sperava" che la frana si manifestasse in maniera molto più lenta. Purtroppo sperando non si costruiscono delle "bombe"! Speriamo che serva, almeno, da esempio per evitare altri disastri...
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