domenica 2 dicembre 2007

KIVALINA, l'isola che sta scomparendo...

Ecco un altro esempio del cambiamento climatico in corso nel nostro Pianeta, quasi fosse una risposta ai dubbi ancora avanzati da qualcuno... L'isola di Kivalina si trova in Alaska, oltre lo stretto di Bering a 150 km a nord del Circolo Polare Artico: disabitata per lungo tempo, è stata utilizzata dagli eschimesi della zona durante le battute di caccia alle foche, mentre nel 1905 il Governo americano costruì un villaggio per rendere più ospitale l'isola considerando soprattutto il clima davvero inospitale del luogo. Per questo furono costruite alcune case ed anche una scuola: oggi vi sono circa 400 abitanti. Popolazione che ora è in pericolo: fino ad alcuni anni fa l'isola era circondata per 9 mesi all'anno da una spessa coltre di ghiacci artici ma ora, a causa del costante e notevole aumento termico di questi ultimi anni, lo scioglimento dei ghiacci ha lasciato la superficie marina libera per molti più mesi e questo ha consentito una maggiore erosione da parte delle onde marine, considerate anche le molte tempeste che interessano tale zona. Aumento del livello del mare e forza delle onde stanno letteralmente mangiando l'isola! Quando fu esplorata per la prima volta nel 1938, l'isola presentava una superficie addirittura 3 volte più estesa di quella attuale! Ora è stato lanciato l'allarme: come pubblicato sulla rivista "Los Angeles Time", Kivalina dovrebbe avere ancora 10-15 anni di vita, dopo di chè sarà scomparsa definitivamente. Già lo scorso anno si cercò di correre ai ripari costruendo una enorme diga di roccie (costata 3 milioni di dollari) che però si sta già frantumando complice l'azione combinata di acqua salata e dissesto del terreno. Quest'anno si sta aggirando il problema con i sacchi i sabbia, ma l'unica alternativa rimasta alla popolazione è ormai l'esodo... E qui scoppia la "battaglia": chi dovrà pagare le spese di trasferimento? Gli abitanti del posto (giustamente) non hanno intenzione di tirare fuori nemmeno un dollaro per affrontare le spese di spostamento e di soggiorno in un altro posto, ma il Governo americano ha le orecchie tappate... Chi li dovrà parage i danni del cambiamento climatico indotto dalle attività umane?

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