domenica 6 gennaio 2008

CAMBIAMENTO CLIMATICO: materia ancora oscura per molti...

In un mio precedente articolo si parlava del 2007 come uno degli anni più caldi a livello mondiale da quando esistono le misurazione meteorologiche (dalla fine del 1700). In questi ultimi giorni sono arrivate conferme da varie parti del globo ove, a seconda dei casi, il 2007 è stato l’anno più caldo, oppure il 2° più caldo, il 3°, ecc… comunque tra i più caldi a conferma di quanto detto appunto in quel mio precedente articolo. Ad esempio, alla base Vostok II (quella che detiene il record di freddo mondiale: -89.2°C del 21 luglio 1983), posta nel cuore del Plateau Antartico (Polo Sud), il 2007 è stato l’anno più caldo mai registrato (anche se manca ancora l’ufficializzazione di tale dato da parte dello “State of Antarctic Environment”, ovvero il bollettino trimestrale della Russian Antarctic Expedition): la temperatura media annua è stata di –53.1°C, superando il precedente record storico del 1980. Nel mio piccolo, voglio riportare anche l’esempio del paesino in cui abito, Bevilacqua (1.700 abitanti circa), posto nella bassa pianura veronese: dal 1991 ne registro giornalmente le temperature minime e massime (alcune precisazioni: misurazioni non effettuate con una capannina meteorologica – come dovrebbe essere – ma tramite un termometro a minima e massima appeso sulla parete nord della mia abitazione a ml 1.50 circa dal pavimento in cemento. Segnalo questo perché in piena terra i valori minimi, soprattutto invernali, sarebbero lievemente inferiori: tuttavia il confronto che ora farò sarà comunque tra valori registrati sempre nello stesso punto e quindi il trend climatico non cambia). Ebbene, dal 1991 al 1996, la temperatura media annua si è sempre avvicinata alla media (che, come i paesi limitrofi, è di circa 13°C), poi dal 1997 si è sempre più avvicinata ai 14°C fino a sfondarli definitivamente nel 2002 e non scendere più. Questa la graduatoria degli ultimi 10 anni:
anno 1997 temperatura media annua 13.9°C
anno 1998 temperatura media annua 13.9°C
anno 1999 temperatura media annua 13.8°C
anno 2000 temperatura media annua 14.4°C
anno 2001 temperatura media annua 13.9°C
anno 2002 temperatura media annua 14.3°C
anno 2003 temperatura media annua 16.0°C
anno 2004 temperatura media annua 15.2°C
anno 2005 temperatura media annua 14.6°C
anno 2006 temperatura media annua 15.3°C
anno 2007 temperatura media annua 15.8°C
Come vedete, il 2007 è stato il 2° anno più caldo, preceduto dal famigerato 2003 dal quale non siamo andati tanto lontani!!! Il trend climatico degli ultimi anni, poi, si commenta da solo…
Purtroppo di cambiamento climatico la gente ne sa ancora poco: pensate che giovedì 27 dicembre 2007 sullo spazio delle lettere dei lettori del quotidiano La Repubblica una signora (di cui ometto il nome per questioni di privacy) di Alagna Val Sesia (VC) si lamentava del fatto che l’ultima ondata di freddo dicembrino l’aveva costretta ad accendere più a lungo il suo riscaldamento quando si era illusa (ascoltando gli esperti del clima) che gli inverni sarebbero stati sempre più miti e lei avrebbe quindi potuto risparmiare sulla bolletta del gas! AIUTO!!! Naturalmente mi è ribollito il sangue ed è per questo che ho risposto alla signora con una mia lettera, prontamente pubblicata dallo stesso quotidiano lunedì 31 dicembre 2007 (di cui vi allego copia, così potete leggerla). Purtroppo la signora è il chiaro esempio di come sia ancora troppo poca l’informazione generale in Italia in merito di cambiamento climatico. A tal proposito, condivido pienamente l’articolo scritto da Luca Mercalli (famoso meteorologo della trasmissione televisiva di RAI3 “Che tempo che fa” di Fabio Fazio) apparso sul quotidiano La Repubblica di sabato 05 gennaio 2008, intitolato “La maschera gelida di un inverno mite” del quale vi riporto alcuni passaggi (virgolettati). “Improvvisamente i timori del riscaldamento globale fanno sorridere, tutti si stringono tra sciarpe e berretti e se provi a dir loro che la temperatura globale è in aumento ti sentiresti rispondere – Ma và –. Il fatto è che le nostre percezioni sono imprecise e mediate da processi soggettivi che ben poco hanno a che fare con la statistica del clima. Tendiamo a valutare i fenomeni con il metro del giorno, oggi fa freddo, domani fa caldo, ci soffermiamo sugli estremi e dimentichiamo rapidamente i fenomeni meno appariscenti, non riusciamo ad integrare l’informazione sul lungo periodo, alla scala degli anni, dei decenni, dei secoli, che è invece quella tipica del clima. Per fortuna ci sono gli strumenti che ora dopo ora, anno dopo anno, registrano migliaia di dati e permettono di giudicare il clima dai fatti”. E ancora: “Insomma, staccare giudizi sul tempo affidandoci solo all’impressione del momento, alla chiacchiera da bar, non porta lontano, quasi sempre è un esercizio fallace, se si eccettuano i veri casi eccezionali come potevano essere il freddo siberiano del 1985 o il caldo tropicale dell’estate 2003. Le anomalie climatiche si costruiscono spesso, più che con il record da prima pagina, con la subdola e lenta perseveranza di giorni un po’ più caldi del normale, che alla fine dell’anno nessuno ricorda ma lasciano il segno nelle statiche”. Ho messo in grassetto quest’ultimo pensiero di Luca Mercalli in quanto rappresenta la vera spiegazione e la pura conferma del cambiamento climatico in corso, che ancora in molti si ostinano a vedere…

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