domenica 10 febbraio 2008

PAESAGGIO: astuzie per farsi del male!

Ormai sono numerosi i post che ho realizzato finora sul continuo degrado del nostro territorio e del nostro paesaggio relativamente all’urbanizzazione selvaggia senza freno. Oggi ripropongo il tema dopo aver trovato sul quotidiano La Repubblica di sabato 09 febbraio 2008 un interessante articolo di Stefano Malatesta intitolato appunto “PEASAGGIO: ASTUZIE PER FARSI DEL MALE”, che tratta di astuzie varie che vengono applicate al fine di aggirare il problema delle limitazioni edificatorie in alcune zone. Pochi giorni fa si è svolto a Grosseto un convegno intitolato “L’albergo non è una casa” che aveva come tema alcuni incredibili abusi edilizi svoltisi in Toscana ma che sicuramente saranno stati effettuati in varie parti d’Italia. E la Toscana non è una regione qualunque: qui vi sono tra i più bei paesaggi italiani, fatti di colline che si perdono a vista d’occhio nelle quali l’uomo nei secoli è riuscito ad inserirsi con armonia cercando di rispettare il più possibile gli ecosistemi che fanno da base all’economia locale, permettendo così lo svolgimento di attività (come i forestieri, i pastori, gli agricoltori) che hanno permesso di ottenere prodotti culinari di alta qualità come l’olio, il vino, il cacio, il panforte, la finocchiona. L’uomo dunque ha cercato nei secoli di adattarsi a questi territori rispettandoli il più possibile… fino a pochi decenni fa! Infatti l’incuria umana ha spinto alcune menti malate di denaro a deturpare questi territori compiendo abusi che hanno dell’incredibile. Si tratta delle RTA, ovvero delle “residenze turistico alberghiere”: in pratica un metodo per aggirare dei limiti edificatori esistenti su alcune aree protette. Come funziona? Semplice: in genere il piano regolatore di una città proibisce la costruzione di qualsiasi tipo di edificio in zone protette o comunque con un elevato grado di qualità ambientale, poi si fa una finta ricognizione delle capacità ricettive turistiche della città facendo sapere che c’è bisogno di ulteriori posti letto per i turisti che entrano in città, poi (in deroga al piano regolatore) si procede alla realizzazione di alberghi in zone che possono attirare i turisti (come in queste zone protette, e così facendo nessuno insorge per non creare danno economico alla città…), infine gli alberghi una volta realizzati vengono trasformati (all’insaputa di tutti) in… appartamenti per privati!!! E qui si scopre una fitta rete di truffatori che da questo maquillage ci guadagnano fior fiore di quattrini: i costruttori, che fin dall’inizio dei lavori adibiscono l’edificio direttamente ad appartamenti per privati anziché a destinazione turistico-alberghiera (in difformità al progetto realizzato); i tecnici, che hanno realizzato il progetto e che alla fine dei lavori accertano il falso richiedendo l’agibilità dell’edificio come struttura alberghiera; i venditori, che cedono gli appartamenti ai privati come se nulla fosse e all’insaputa di quest’ultimi; i notai, che prima registrano i contratti di compravendita e poi ne stipulano i relativi atti di vendita dichiarando dunque il falso (ha ragione il giornalista Malatesta quando, a proposito dei notai, li paragona alla “prosa dell’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria”!). Tra l’altro, i costruttori in questo modo non solo truffano i compratori (ai quali viene fatto credere di diventare proprietari quando in realtà non lo sono!) ma anche lo Stato (in quanto i costruttori, dichiarando che si tratta di un albergo ma poi vendendolo per appartamenti privati, pagano meno tasse!). Infine ci mettiamo le amministrazioni comunali, con i loro mancati controlli (oppure con controlli taroccati…), che come spesso succede rilasciano i “permessi di costruire” senza poi realmente verificare l’operato in loco: una volta venute a conoscenza del problema, le amministrazioni comunali avrebbero il dovere di procedere alla denuncia di questi costruttori e alla conseguente demolizione degli edifici abusivi. Nessuna l’ha fatto: ma, anche ammettendo che avessero voluto chiudere un occhio sull’abuso, moltissime di queste amministrazioni hanno oltretutto evitato di fare il minimo che si poteva fare, ovvero chiedere almeno un cambio di destinazione uso da “albergo” a “residenza”, ma siccome questo passaggio avrebbe comportato il pagamento di oneri comunali da parte dei costruttori allora tutto è rimasto come prima…
A proposito di edificazione, sono emersi i dati della ricerca del Cresme e del Consiglio Nazionale degli Architetti sul “mercato della progettazione architettonica in Italia”: nel 2007 sono state realizzate in Italia ben 81.516 nuove costruzioni costate 67 miliardi di euro, delle quali il 75% è stato adibito ad uso abitativo. I fabbricati adibiti ad abitazione sono stati 43.100 (ovvero villini da 1 a 4 abitazioni, di cui 24.000 monofamiliari), le palazzine (da 5 a 15 abitazioni) sono state 11.000, mentre 3.874 sono stati gli edifici di edilizia residenziale con oltre 15 abitazioni. E poi 6.425 fra capannoni e laboratori, 3.332 edifici commerciali e turistici, 9.696 fabbricati per l’agricoltura e 3.119 per vari usi non residenziali. Infine un ultimo dato su cui riflettere: l’Italia detiene il primato europeo di architetti (ben 123.083), mentre la seconda in classifica (la Germania) ne ha 50.000… Si continua a costruire ex-novo senza recuperare gli edifici esistenti: si occupano nuove aree (a destinazione agricola, boschiva, ecc…) per la realizzazione di quelle unità immobiliari che si potrebbero ottenere invece da quel vastissimo patrimonio edilizio disabitato e decadente presente ovunque (come nei centri storici). Ma sapete, conviene economicamente di più costruire ex-novo…
Come sempre in Italia prevale l’arte dei furbetti, manca una cultura paesaggistica e territoriale ad ogni livello: si continua a costruire senza freno ovunque, in zone protette, di elevato valore storico-paesaggistico-ambientale, lungo il corso dei fiumi, in zone geologicamente instabili, deturpando quanto di buono abbiamo in Italia e con elevati rischi di dissesto idrogeologico, di disastri ambientali (come alluvioni), di inaridimento dei suoli, di distruzione di aree boschive. Mi viene sempre in mente un fatto successo lo scorso anno sulle rive del Lago Maggiore: in occasione della demolizione di alcune grandi opere abusive costruite sulle coste del lago, intervennero alcuni locali esponenti politici di centro-destra a fermare queste demolizioni “in quanto sono un segnale che l’economia è viva”! UN FATTO INQUIETANTE e, se penso che il 13 aprile ci sono elevatissime probabilità che al Governo ritorni l’armata Berlusconi, allora mi rassegno perché, se qualcosa era stato fatto dal punto di vista di protezione ambientale dal decaduto Governo Prodi, dal 13 aprile in avanti (e per almeno 5 anni, ahimè) si continuerà con l’abusivismo edilizio, tanto poi interverranno i condoni… Poi però non vi veniate a dire che non lo sapevate!

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