domenica 3 febbraio 2008

PAUL CONNET: “Di rifiuti bruciati si può anche morire”!

È quanto pensa Paul Connet, professore emerito di chimica alla St. Lawrence University di Canton (New York), che ieri ha partecipato all’assemblea organizzata in sala Lucchi di Verona dagli “amici di Beppe Grillo” in merito appunto dell’incenerimento dei rifiuti: l’assemblea è stata organizzata per affrontare il problema dell’inceneritore in costruzione a Cà del Bue, nei pressi di Verona, per il quale è in corso una raccolta firma locale contro la sua messa in funzione (al momento sono state raccolte oltre 6.000 firme). Ve lo riporto con piacere il pensiero di Connet visto che anch’io da molto tempo sostengo che l’incenerimento non è la soluzione al problema rifiuti. Il professore ha illustrato vari studi scientifici americani che espongono i pericoli derivanti dalle polveri sottili emesse dai termovalorizzatori (ripeto: termine italiano con cui in tutto il mondo si chiamano gli inceneritori!!!): ogni tre tonnellate di rifiuti bruciati si origina una tonnellata di ceneri tossiche (per il principio che “nulla si crea e nulla si distrugge”…), il 10% delle quali non viene catturato dai filtri di depurazione (anche i più moderni) posti nei camini degli inceneritori. Infatti, attualmente la normativa italiana prevede delle misure di contenimento per le PM10, ovvero le polveri più grandi, mentre le altre polveri ottenute dall’incenerimento (come le nanoparticelle PM2.5) non vengono prese in considerazione ed è qui che nasce il danno: sono proprio queste nanoparticelle che sono dannosissime per la salute umana! Esse, essendo leggerissime, restano sospese in aria molto più a lungo delle altre e coprono lunghe distanze: l’inalazione di queste sostanze (tramite la respirazione) causa un sensibile aumento di malattie allergiche, asma bronchiale, bronchite acute e croniche, enfisemi polmonari, tumori, ictus ed attacchi cardiaci!! Ecco perché il professor Connet definisce gli inceneritori “un vero crimine ambientale”. Allacciandomi a quanto già detto nei miei precedenti post, quanto affermato anche dal professore Connet nessuno lo dice, né in TV (telegiornali e trasmissioni di approfondimento) né sui giornali, secondo i quali l’unica soluzione è bruciare tutto (l’inquinamento invisibile non fa notizia e, in quanto tale, non creerebbe pericolo…). Ormai ho la nausea nel ripeterlo! Tra l’altro il professor Connet sottolinea un’altra cosa che nessuno dice: non solo sono molto costosi, ma questi inceneritori producono poi energia elettrica in quantità 3 o 4 volte inferiore rispetto ad altri metodi di trattamento dei rifiuti come il riciclaggio o il compostaggio, evidentemente ci sono altri interessi economici oscuri di cui non siamo (o non vogliamo…) essere a conoscenza! Durante l’assemblea veronese, il professore non solo esprime un giudizio negativo (condivisibile) sul termovalorizzatore di Brescia (da tutti osannato: è costato ben 300 milioni di euro, inquina e ha creato solo 80 posti di lavoro), ma esprime un giudizio negativo (anche questo condivisibile) sull’oncologo italiano Umberto Veronesi (secondo il quale gli inceneritori sono a rischio zero: il professore Connet ha affermato che “Dire che gli inceneritori sono a rischio zero è scientificamente azzardato oltre che irresponsabile”). Il professore ha, inoltre, illustrato le soluzioni (anzi, la soluzione) al problema rifiuti: “rifiuti zero 2020”. Si tratta di risolvere il problema rifiuti entro il 2020 smettendo di produrre materiali che originano scarti (quello che noi anti-inceneritori continuiamo a sostenere da tempo: alla base di tutto ci dovrebbe infatti essere una sensibile diminuzione degli imballaggi dei prodotti che compriamo, oltre che al riciclo di quelli che poi scartiamo). A tal proposito, lo stesso professore riporta l’esempio di una azienda di birra canadese, la Beer Industry, che da oltre 50 anni utilizza bottiglie di vetro: ben il 98% di queste viene recuperato, ogni bottiglia viene usata mediamente 18 volte e sono stati creati 2.000 posti di lavoro senza spese per la comunità. Quindi, una volta effettuata una buona raccolta differenziata, i rifiuti separati possono essere riciclati negli appositi impianti senza richiedere ulteriore materia prima, con vantaggi economici ed ambientali. Ha ragione il professore Connet quando dice che “Oltre alla responsabilità industriale e della comunità, è indispensabile una guida politica in grado di indicare la strada dello sviluppo sostenibile”: purtroppo è propria questa guida che manca in Italia, visto che tutta la classe politica (destra e sinistra, Verdi compresi) trova nell’incenerimento (opps, nella termovalorizzazione…) la soluzione ai nostri problemi rifiuti… Nel frattempo, però, la Campania continua ad essere sommersa da migliaia di tonnellate di rifiuti mentre nel resto d’Italia continuiamo a respirare le polveri sottilissime che escono dai camini degli inceneritori ormai sparsi un po’ ovunque: a questa classe politica dobbiamo almeno rendere il merito di non fare torti a nessuno!!!!!!!

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