giovedì 30 ottobre 2008

TARANTO: trovata diossina nella carne degli allevamenti!!!

Continua la bufera sulle acciaierie Ilva di Taranto: è notizia di questi giorni il ritrovamento di diossina nella carni del bestiame di molti allevamenti attorno a Taranto. Si tratta di circa 100 allevamenti da controllare in un’area fino a 15-20 km dall’area industriale tarantina e già 1.300 capi da abbattere in 8 di questi allevamenti (decisione arrivata dall’ASL, d’accordo con la Regione e con l’ARPA). Il ritrovamento della diossina è stato accertato dalle analisi condotte dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo: la diossina è stata trovata nella carne di pecore, capre e agnellini (ma sono state trovate anche altre sostanze pericolose, come i pcb che sono cancerogeni per l’uomo). Si stanno cercando ora dei macelli in grado di smaltire in garanzia questi animali (al momento ancora vivi): si vuole infatti avere la certezza assoluta che queste carni non finiscano sul mercato.
Il fatto ha animato un acceso dibattito politico, soprattutto in seguito alla decisione del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo di cambiare l’intera commissione AIA (quella che decide sulle AIA, ovvero le Autorizzazioni Integrate Ambientali) sostituendo i tecnici che erano stati nominati dal precedente ministro dell’Ambiente (di parte politica opposta…) Alfonso Pecoraro Scanio: il cambiamento è stato attuato con un decreto dello scorso 6 agosto 2008, nominando i nuovi 23 professionisti (tra cui ingegneri, giuristi e chimici) che dovranno decidere sul rilascio delle future AIA inerenti (anche) le acciaierie Ilva (ricordiamolo, il più grande impianto siderurgico d’Europa, posto praticamente dentro la città di Taranto…). Non si conoscono le motivazioni del cambiamento dell’intera commissione, però (come dice Andreotti) “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”… Si trattava infatti di personaggi di elevatissima conoscenza tecnico-scientifica: perché sostituirli? Mah… Fatto sta che ora il rilascio delle AIA alle acciaierie Ilva risulterà più semplice di prima, come se la situazione in città non fosse già disastrosa: negli anni ne sono state commesse di cotte e di crude, ed oggi gli abitanti tarantini respirano quantità di diossina e di sostanze cancerogene che non hanno riscontri in altre parti d’Europa! Infatti, secondo l’EPER (ovvero il Registro Europeo per l’Inquinamento) attesta una proiezione annua di emissioni di diossina nelle acciaieri Ilva di ben 171 grammi, ovvero l’ammontare complessivo delle emissioni di diossina degli impianti industriali di Svezia, Austria, Spagna ed Inghilterra messi assieme!!! Ricordiamo anche che il proprietario dell’Ilva, Emilio Riva, lo scorso 11 ottobre è stato condannato in appello a due anni di reclusione per inquinamento, danneggiamento del bene pubblico e mancata sicurezza nei reparti dello stabilimento: nonostante ciò, figura tra i soci della CAI (Compagnia Aerea Italiana), quindi tra i “salvatori” di Alitalia… Voglio anche ricordare la sottoscrizione “Non lasciate morire Taranto di cancro” promossa dall’AIL (Associazione Italiana Leucemie) e già firmata da oltre 7.000 cittadini tarantini: i parlamentari del PDL però non ci sentono… Un ultimo dato inquietante: nel 2006 il precedente governo Berlusconi fissò il limite per l’emissione di diossina a 10.000 nanogrammi per metro cubo, contro quello di 0,4 (dicesi zero virgola quattro, non diecimila!!!) stabilito dal protocollo europeo Aarhus…
Il parlamentare del PD Francesco Boccia ha affermato: “La scelta del ministro Prestigiacomo, che ha commesso lo stesso errore del predecessore, è vergognosa. Ecco perché ora è il momento di fare una scelta chiara e coraggiosa, cosa che mai nemmeno gli ambientalisti hanno fatto in questi anni: bisogna decidere tra l’industria e la salute. A Taranto preferiscono vivere”. Legambiente nazionale parla di “un regalo del ministero all’azienda”, mentre Peacelink (l’associazione tarantina che in questi anni si è battuta contro l’inquinamento dell’Ilva) afferma, tramite il suo Presidente Alessandro Marescotti: “La contaminazione della catena alimentare impone una scelta drastica: la legge regionale deve essere approvata entro la fine dell’anno” (si tratta di una legge che impone all’Ilva il dimezzamento delle diossine).
Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato la notizia del ritrovamento di diossina nelle carni degli allevamenti tarantini lunedì 27 ottobre 2008: sull’edizione di ieri dello stesso quotidiano, il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo ha risposto affermando di aver “letto con grandissimo stupore” quanto apparso sul giornale in merito alla vicenda dell’Ilva!!! Per prima cosa mette la vicenda su una questione politica, intendendo che “l’inquinamento fa male quando governa Berlusconi, mentre quando governa Prodi i camini emettono delicati effluvi alla lavanda”: caro ministro, allora non ha capito proprio niente! In merito al ricambio di tutti i membri della commissione AIA, il ministro si giustifica col fatto che la precedente commissione ha emesso solo 4 pareri su un totale di 160 richieste e tutti nell’ultimo giorno in cui è stata in carica (a scioglimento annunciato). Secondo il ministro, la commissione non si è mai espressa nei confronti dell’Ilva, né pro né contro la diossina: allora dovrei credere che la prossima commissione si esprimerà contro l’Ilva se sarà necessario? Ho paura di no. Sull’area di Taranto è stato firmato all’inizio del 2008 un accordo di programma circa il dimezzamento delle sostanze inquinanti da parte dell’Ilva: secondo tale programma, l’azienda dovrebbe realizzare un impianto per dimezzare queste emissioni, ma il Comune non ha rilasciato l’autorizzazione a realizzarlo perché ricadeva su un sito inquinato, serviva il via libera del Ministero dell’Ambiente che non è arrivato dal predecessore Pecoraro Scanio: la Prestigiacomo afferma (fiera) di averlo ora dato. C’è da vantarsene? Va bene costruire su un sito inquinato? Non ci sono altri siti? Inquietante… Nella parte finale della lettera a La Repubblica il ministro Prestigiacomo scrive: “Caro Direttore, la vicenda di Taranto è troppo seria per essere oggetto di speculazioni politiche stagionali. Noi siamo consapevoli della complessità dei problemi e stiamo intervenendo con impegno e responsabilità per ridurre radicalmente le emissioni nocive senza, possibilmente, costringere alla chiusura un’impresa che dà lavoro a mezza Taranto”.
Certo, caro ministro, ma allo stesso tempo l’intera Taranto rischia di morire di tumori vari provocati da anni ed anni di inalazioni di diossina e sostanze nocive. Ma queste affermazioni non dovrebbero stupirmi, visto che è lo stesso ministro dell’Ambiente che (assieme al suo esecutivo) chiede all’Unione Europea di poter non rispettare il protocollo che prevede la riduzione dei gas serra (unico paese europeo, assieme alla Polonia…). Ed è lo stesso ministro dell’Ambiente che proprio in questi giorni afferma che “l’Italia è uno dei paesi europei che inquina di meno”: dovrebbe rispondere (ma non lo fa) sull’innalzamento del limite della diossina da 0,4 a 10.000 nanogrammi per metro cubo (!!) promosso dal suo “capo” nel precednete esecutivo di centro-destra o sulle fondate preoccupazioni dell’AIL… Questo la dice lunga sulla sua capacità di gestire il Ministero dell’Ambiente, credo una delle scelte peggiori per tale Ministero nell’intera storia repubblicana.

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