mercoledì 25 novembre 2009

NO AL METEO A PAGAMENTO!

Il quotidiano la Repubblica ha pubblicato domenica un articolo (curato da Maurizio Crosetti) dedicato alla notizia che l’Aeronautica Militare ha deciso di farsi pagare per le previsioni del tempo non appena diventerà operativa la “SPA DIFESA SERVIZI”. In questi ultimi giorni ho trovato sul web alcuni articoli di addetti del settore che nutrivano forti perplessità in merito al meteo a pagamento. Ed io, appassionato di meteorologia, mi unisco a loro.
Ma quanto è importante la meteorologia? Col passare del tempo è divenuta sempre più importante, anche perché il progresso scientifico e tecnologico ha portato a delle previsioni del tempo sempre più affidabili: oggi è esatto il 95% delle previsioni entro le 24 ore, ben l’88% entro i 3 giorni mentre si riduce (comprensibilmente) al 45% alla distanza di una settimana. Ma per dare l’idea della dimensione della meteorologia in Italia, vi dico che ci sono nel nostro paese 84 stazioni meteo dell’Aeronautica Militare ma anche migliaia di stazioni di rilevamento poste in quasi ogni Comune italiano e gestite dalle ARPA regionali, 6 Regioni che hanno un servizio meteo autonomo e addirittura 300 siti meteo!!! Per non parlare della televisione: ogni rete si è munita di previsioni meteo, ma qui ci sarebbe da discutere sulla professionalità di tali trasmissioni meteo, molto inferiore (per questioni di tempi televisivi) rispetto a quelle che si trovano su internet. Ed ora guardate questi dati: ben 9 italiani su 10 consultano le previsioni meteo, di cui il 45% una volta al giorno, il 18% più volte al giorno, l’8% 4-5 volte la settimana, l’11% 2-3 volte la settimana e il 4% meno di una volta la settimana! Ben il 52% degli italiani ritiene che l’umore sia influenzato dal tempo.
L’idea dell’Aeronautica Militare di farsi pagare le previsioni del tempo non è nuova: il pioniere è stato Hiroyoshi Ishibashi, giapponese e presidente del Weathernews Inc., ovvero la maggiore agenzia mondiale della meteorologia: vi lavorano 400 meteorologi ed ha uffici in 16 paesi (tra cui USA, Cina, Australia e Gran Bretagna) distribuiti in 40 città. L’agenzia è stata fondata nel 1986 ed oggi fattura 140 milioni di euro all’anno. Naturalmente, facendo pagare le previsioni meteorologiche…
Qui in Italia ci sono già alcuni siti meteo che offrono previsioni meteorologiche a pagamento: ricordo però che questi siti sono già inondati di pubblicità e dovrebbero comunque essere gestiti non come se fosse un lavoro ma come una passione. Non concordo con il giornalista de la Repubblica quando dice che sul web le previsioni meteo sono raramente affidabili e spesso improvvisate: io sono un appassionato di meteorologia e posso garantirle che ci sono ottimi siti meteo, professionali e molto affidabili (ilmeteo.it, 3bmeteo.com, meteogiornale.it, meteorete.it), molto più professionali delle previsioni meteo che vediamo in TV. Vogliamo parlare di questo? Basta che guardiate le previsioni di Giuliacci su Canale 5, esposte praticamente in meno di 60 secondi, con la nuvoletta e il sole: niente a che fare con le ottime previsioni della trasmissione “Che tempo fa?” di Rai1 (condotta dal bravissimo Guido Caroselli), con tanto di immagine satellitare, resoconto della giornata, temperature minime e massime registrate, carta delle isobare, previsione del tempo, cartina dei mari e dei venti. Talmente bella che da anni i direttore di rete l’hanno spostata dalla sua collocazione prima del TG serale (ore 19:50) alle ore… 17: ma chi volete che le veda a quell’ora queste previsioni? Ecco come sono trattate le previsioni serie in TV: questo è il modo di fare informazione. Per non parlare poi di come la meteorologia quasi non si insegna nelle università italiane: ci sono solo 5, ripeto 5, docenti ordinari in materia!!!
Perché io semplice cittadino dovrei pagare per vedere un servizio di informazione? Perché di questo si tratta, di informazione: allora facciamo pagare anche la visione dei TG!! La meteorologia dovrebbe avere un’importanza fondamentale non solo per il semplice cittadino che vuole sapere come vestirsi prima di uscire di casa, se prendere l’ombrello o che tempo farà nel week-end, ma dovrebbe essere utile ai governi e agli enti preposti per la gestione di eventuali situazioni di crisi, per organizzare le varie attività, per chiudere in tempo strade ed autostrade prima che si verifichino incidenti mortali a causa della neve, per evacuare popolazioni in situazioni di pericolo: invece questo non viene mai considerato e puntualmente le autostrade si bloccano sepolte dalla neve e piene di automezzi, le barche e le navi salpano e trovano il mare in tempesta, i temporali estivi fanno danni incalcolabili.
È intervenuto anche il meteorologo Luca Mercalli sull’argomento: ha ragione quando dice che molti enti governativi si sono visti costretti ad aprire in vari Paesi un ramo commerciale delle loro attività di previsioni meteorologiche, ma i servizi pubblici devono assicurare un livello minimo di informazione meteorologica gratuita, soprattutto ai fini di protezione civile (prevedere un’alluvione o un uragano salva vite umane e non deve pertanto essere oggetto di mercato). Proprio per l’importanza che hanno sulla nostra vita, le previsioni meteorologiche (con annessa la complessa rete mondiale di stazioni di osservazione e i supercomputer) dovrebbero essere finanziate con denaro pubblico, anche perché molto utili al mondo scientifico per lo studio del clima. Altrimenti finiremo che tra un po’ di tempo per vedere le previsioni meteo in TV dovremo pagare, mentre per vedere culi e tette (ormai in quasi ogni trasmissione televisiva) no! Questa è l’informazione in Italia…

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