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Ricordo brevemente che tra le sostanze inquinanti più pericolose ci sono le PM10, ovvero quelle polveri finissime che hanno un diametro inferiore ai 10 micron, formate da metalli (come zinco, piombo e nichel) e da solfati, nitrati, amianto e scorie di cemento, così fini da penetrare facilmente nel nostro organismo causando gravi patologie (soprattutto alle vie respiratorie): tali polveri derivano dalla combustione degli idrocarburi, da processi industriali (come le fonderie e i cementifici) e dall’usura dei freni e delle gomme degli autoveicoli. Tra le altre sostanze inquinanti, troviamo gli ossidi di zolfo (che derivano dal riscaldamento domestico e da impianti industriali, responsabili di crisi asmatiche, bronchiti ed infiammazioni delle mucose delle vie respiratorie), gli ossidi di azoto (provenienti anch’essi dal riscaldamento domestico e da impianti industriali, ma anche dagli autoveicoli, e causano bronchiti, tracheiti, allergie, irritazioni e alterazioni in genere delle funzioni delle vie respiratorie), l’ozono (derivante generalmente dai catalizzatori delle auto, irritano le mucose delle vie respiratorie causando asma e disturbi respiratori), il monossido di carbonio (proveniente dagli autoveicoli, dal riscaldamento in generale e dai grandi impianti industriali come le acciaierie e le centrali elettriche, causano problemi all’apparato cardiovascolare e al sistema nervoso) e gli idrocarburi (provenienti dagli autoveicoli e dai grandi impianti industriali di combustione, causano cancro). In base ai dati storici, nel decennio 1997-2006 tra il 18 e il 50% della popolazione europea è stata esposta a polveri sottili, tra il 18 e il 42% a biossido di azoto e fino al 61% a ozono. Un quadro non proprio roseo…
È quindi importante sapere lo stato della qualità dell’aria del luogo dove dobbiamo recarci al fine di preservare la nostra salute. Ecco perché è stato messo a punto questo sistema per poter verificare in tempo reale la qualità dell’aria di molte località europee. Sul sito sopra menzionato vi sarà un semaforo che, in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti nell’aria, indicherà rosso per “situazione a rischio”, giallo per “situazione di confine” e verde per “situazione regolare”.
Il nuovo servizio è stato lanciato lo scorso 18 novembre 2009 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (http://www.eea.europa.eu/it) in collaborazione con Microsoft: elabora graficamente i dati forniti da 1.000 centraline sparse in 32 paesi europei, sarà attivo 24 ore su 24 e disponibile in ben 24 lingue (praticamente coinvolgerà ben 500 milioni di europei). Proprio grazie alla collaborazione con Microsoft, si è potuto creare questo sito all’avanguardia tecnologica in quanto utilizza il sistema cloud computing, che permette di utilizzare il software disponibile in rete: gli utenti potranno così lasciare i loro commenti oltre a poter consultare i rilevamenti sulla qualità dei mari, dei laghi e dei fiumi relativi a ben 22.000 località!
Un monitoraggio dello smog simile a quello europeo è cominciato anche in Italia: viene svolto nelle oasi del WWF (http://www.wwf.it) e servirà per trovare delle soluzioni di mitigazione dei danni tramite un piano di adattamento al quale stanno lavorando l’Università di Tuscia, il Corpo Forestale dello Stato e il Museo di Zoologia di Roma.
Quello del monitoraggio dello smog sarà uno strumento molto importante, sia per aiutare il cittadino che valuterà le situazioni di rischio di una esposizione prolungata in un ambiente inquinato, sia per aiutare i governi che potranno utilizzare i dati elaborati per varare piani di abbattimento dell’inquinamento e per contribuire di conseguenza alla lotta al cambiamento climatico. Si tratta di un tassello aggiuntivo per il monitoraggio dell’intero territorio, oltre a quello già operativo (dall’estate dal 2007) dell’acqua.
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