domenica 21 novembre 2010

CULTURA: se i soldi ci sono e si buttano dalla finestra...

Ha fatto molto scalpore il crollo dell'edificio, avvenuto pochi giorni fa, nell'area degli scavi di Pompei, avvenuto per la mancata manutenzione (infiltrazioni d'acqua dalla copertura fino alle fondamenta), che sta portando a galla il terribile stato in cui versa l'intera area degli scavi di Pompei (patrimonio mondiale dell'umanità...) e sta alimentando il dibattito politico (e non solo) sui tagli al ministero dei Beni Culturali.
Più volte ho scritto, e sappiamo, di quanto sia importante per l'Italia il suo patrimonio storico-artistico (oltre che quello naturale), che non ha eguali al mondo e che rappresenta, oltre che immenso orgoglio, una voce importantissima dell'economia italiana. E più volte ho scritto dei famigerati tagli di fondi effettuati dal ministero dell'Economia, tramite il suo rappresentante Giulio Tremonti, ai ministeri dei Beni Culturali, dell'Ambiente e dell'Istruzione, tutto per combattere (a sua detta) la grave crisi economica che ci sta colpendo. Certo, se si deve tagliare (e bisogna tagliare) non lo si può fare in questi campi. Tuttavia, bisogna ammettere che c'è anche qualcos'altro che non funziona, qualcosa di sconvolgente, che sta nel modo in cui vengono spesi i fondi che restano. Ho trovato un'interessante inchiesta sul settimanale L'Espresso, a cura di Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaiani, nel numero del 18 settembre 2010, dedicata appunto alla marea di soldi destinati a Pompei: che fine fanno? Ecco qui come. 70.000 euro per una visita agli scavi del Presidente del Consiglio Berlusconi, 11.000 euro per la pulizia delle aree in vista di questa visita e 9.600 euro per l'accoglienza dello stesso Berlusconi, ma alla fine Berlusconi non arriverà mai...; 12.000 euro per lo spostamento di 19 pali della luce; 100.000 euro per il potenziamento dell'illuminazione delle strade esterne al sito; 99.000 per le transenne dell'area; 91.000 ad un Centro di ricerche musicali per l'installazione di planofoni (per la diffusione del suono nello spazio); 665 euro per cambiare le serrature di un punto di ristoro; 47.000 euro per organizzare l'evento "Torna la vite"; 185.000 euro per il progetto "PompeiViva" (soldi dati alla onlus romana CO2 Crisis Opportunity fondata da Giulia Minoli, figlia di Gianni Minoli e Matilde Bernabei, che ha avuto come testimone di nozze Gianni Letta, casualità..., sposando Salvo Nastasi, direttore generale del ministero dei Beni Culturali, altra casualità...). E ancora: 547.000 euro per il progetto intitolato "Archeologia e Sinestesia"; 72.000 euro all'associazione Mecenate 90 (presidente onorario Gianni Letta, sempre casualità...) per un'indagine conoscitiva sul pubblico...; 724.000 euro all'Università Tor Vergata per lo sviluppo di tecnologie sostenibili (uno dei Commissari Straordinari dell'area, Marcello Fiori della Protezione Civile, nominato da Sandro Bondi, è stato docente all'Università Tor Vergata, ennesima casualità...); 1.668 euro per i nuovi arredi dell'ufficio di Fiori; 1.700 euro per la divisa dell'autista di Fiori; 4.000 euro per la parete attrezzata dell'ufficio di Fiori; 10.000 euro per un altro ufficio di Fiori presso l'Auditorium; 113.000 euro per lo spettacolo "Pompei in scena"; 955.000 euro per il progetto multimediale alla casa di Polibio; 600.000 euro per la mostra "Pompei e il Vesuvio"; 1.200.000 euro per l'illuminazione della casa di Bacco; 260.000 euro in un anno per lo staff di Fiori (che passa da 5 a 12 componenti...); 149.000 euro annui per lo stesso Fiori (oltre al suo già gratificante stipendio da dirigente del ministero dei Beni Culturali); 125.000 euro per 4 co.co.co. di fiducia di Fiori; 250.000 euro per il personale distaccato di Fiori; 185.000 euro per la ricarica delle carte di credito per tutti i componenti dello staff (interni ed esterni) per rimborsi spese di missione; 500.000 euro destinati ai servizi per la stagione teatrale 2010-2011; 275.000 euro dati a Legambiente per la formazione di volontari; 42.000 euro spesi per alcuni volumi di storia; 17.000 euro investiti in televisori Lcd; 1.000 euro per sfoltire un solo pino vicino agli uffici della sovrintendenza. E la lista sarebbe lunghissima, spese per un totale di milioni di euro (dello Stato, quindi nostri) che servono a tutto (e a tutti) fuorchè alla messa in sicurezza di Pompei...
E a Roma? Il Presidente del Consiglio Berlusconi, proprio pochi giorni fa, convince Bondi a spendere ben 70.000 euro per munire di mani e pene il gruppo scultoreo in marmo alto 2.2 metri, risalente al 170 d.C., costituito da due statue che raffigurano il dio della guerra (col volto dell'imperatore Marco Aurelio) e la dea dell'amore (col volto di Faustina), esposto a Palazzo Chigi. Come mai? Berlusconi era stufo di vedere le statue mutilate... Abituato alla chirurgia estetica, ha pensato bene di rovinare per sempre il valore storico che aveva il gruppo marmoreo prima dlel'intervento, e naturalmente buttando dalla finestra 70.000 euro (dello Stato, quindi nostri).
Non voglio aggiungere niente altro a queste cifre: perchè non c'è niente da aggiungere, le cifre si commentano da sole, e fotografano alla perfezione quel male oscuro italiano (mai così forte come in questo quasi ventennio Berlusconiano) fatto di apparizione, propaganda elettorale, favoritismi clientelari e arricchimenti personali ai danni dello Stato. E intanto il patrimonio storico-culturale crolla, e con se la storia e la memoria del paese...

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