martedì 15 marzo 2011

L'EDUCAZIONE CIVICA che a scuola non si insegna...- 1° parte

Nel precedente post dedicato alla Costituzione Italiana, ho lanciato l'idea di insegnare la Costituzione nelle scuole, fin dalle elementari, facendola diventare una vera e propria materia scolastica: è un dovere del Ministero dell'Istruzione perchè è nella scuola che si formano gli uomini del domani e purtroppo mai come ora abbiamo bisogno di generazioni fortemente diverse dalla nostra e da quelle precedenti. Ne ha bisogno soprattutto il Paese.
Sono dell'idea anche che nella scuola dovrebbe essere ripristinato l'insegnamento dell'EDUCAZIONE CIVICA: perchè anche con questa si formano gli uomini del domani. Io ho 35 anni e in questi giorni mi è venuto in mano un libro di educazione civica che dobrebbe essere stata materia di insegnamento durante la mia scuola media: il libro si intitola appunto "Educazione civica" ed è stato scritto da Bianca Maria Ribetto (edito da Società Editrice Italiana di Torino nel 1985). Ahimè, il libro è nuovo perchè a suo tempo mai un'ora (durante i 3 anni) è stata dedicata dagli insegnanti della mia scuola media a tale materia: fortunatamente sono qui ora a parlarne nella condizione di persona (che mi reputo) civica, grazie ad un buon insegnamento familiare. Purtroppo tanti ragazzi non hanno ricevuto lo stesso insegnamento e lo testimonia l'inciviltà in cui oggi viviamo.
Per questo, come ho appena cominciato a fare per la Costituzione, voglio pubblicare alcune parti importanti di questo libro perchè possano essere utili e diffuse a tutti, nella speranza he il Ministero dell'Istruzione raccolga l'invito di ripristinare l'insegnamento dell'Educazione Civica a scuola.
Il libro si compone di una Parte Prima - Vivere insieme, di una Parte Seconda - Lavoro e società, di una Parte Terza - Il cittadino e lo Stato, della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo.
PARTE PRIMA - Vivere insieme.
La legge. "Vivere insieme non è facile, perchè spesso gli interessi di alcuni contrastano con gli interessi degli altri e chi è più debole è costretto a subire la volontà di chi è più forte. Proprio per cercare di eliminare questi contrasti nascono le leggi, che stabiliscono ciò che gli uomini possono fare e ciò che non devono fare... Sue funzioni fondamentali sono infatti risolvere i conflitti che possono nascere all'interno di una comunità e proteggere i cittadini dagli abusi e dalle prepotenze dei più forti... Occorre che il potere di fare le leggi e di farle rispettare non sia lasciato a pochi, ma sia dato a tutti coloro che vivono insieme nella stessa società. Occorre cioè che ci sia la democrazia. L'uomo quindi vivendo insieme con gli altri non è completamente libero, ma deve sottostare all'autorità della legge".
E' un principio sacrosanto quello della democrazia, che sempre più spesso è calpestato in questi ultimi anni, soprattutto dalla nostra pessima classe politica: le varie leggi ad-personam ne sono la testimonianza e la mancanza di una legge sul conflitto d'interessi ne è la conferma. Questa non può essere democrazia.
Difendere il territorio. "Tutti dobbiamo sentirci impegnati a difendere il territorio in cui viviamo e tutte le cose buone che ci sono sul territorio. Tutti, e quindi anche tu, dobbiamo difendere il prato, il bosco, gli alberi, l'aria, l'acqua, la spiaggia, il mare: sono beni che appartengono a tutti gli uomini e chi li distrugge o li danneggia deruba l'umanità delle sue ricchezze... Anche il singolo cittadino, anche un bambino o un ragazzo come te possono rovinare l'ambiente con gesti che sembrano poco importanti ma fanno molto danno: che getta un fiammifero acceso o una cicca senza curarsi di spegnerli, chi lascia cartacce sulle erbe dei prati, chi abbandona rifiuti sulle spiagge, chi rovina piante, fiori, boschi, danneggia e distrugge beni che appartengono a tutti gli uomini". Purtroppo da anni sta accadendo il contrario: moltissime persone non hanno più rispetto dell'ambiente, senza pensare all'importanza di avere e vivere in un ambiente pulito, all'importanza della raccolta differenziata dei rifiuti, all'importanza della vegetazione.

La distruzione dell'ambiente. "Che gli uomini trasformino il mondo in cui vivono non è un male, se queste trasformazioni tendono a rendere più facile e sicura la loro vita, a creare un ambiente più ospitale e più adatto ai loro bisogni. Ma a volte gli uomini, con l'intenzione di rendere più comoda la loro esistenza (ma più spesso spinti dal desiderio di guadagnare molto denaro) distruggono o avvelenano beni indispensabili alla vita, come l'aria e l'acqua, o sfruttano senza alcuna precauzione le risorse naturali, dimenticando che esse non sono inesauribili". E invece più passa il tempo e più la fame di denaro dell'uomo lo sta portando alla deforestazione spietata, all'urbanizzazione selvaggia, all'abusivismo edilizio, a costruire centrali nucleari, a creare discariche abusive di rifiuti, ad avvelenare l'aria e i fiumi in maniera incredibilmente negativa.
La sicurezza nella strada. "Osservare queste norme è segno di rispetto per gli altri e per se stessi. Soprattutto significa aver capito che quando si vive in comunità bisogna accettare dei limiti alla propria libertà, perchè questi limiti sono necessari alla sicurezza nostra e delle altre persone. Se tu capisci che la strada non è soltanto tua, e che i beni della terra sono di tutti gli uomini e nessuno ha il diritto di sprecarli o guastarli, hai imparato le prime regole necessarie per vivere in comunità". Da far imparare assolutamente a tutti!! Forse la gente imparerebbe a guidare con moderazione, a rispettare i semafori e la precedenza nelle rotatorie, a fermarsi nei pressi dei passaggi pedonali, ad andare in bici nelle piste ciclabili, ecc...
La scuola è una comunità. "La scuola è una comunità perchè è costituita di persone che lavorano e studiano insieme allo scopo di istruire ed educare i più giovani... L'istruzione è un bene fondamentale per ogni uomo, come si può capire se si osserva quanto è facile alle persone più istruite imporre la propria volontà o le proprie opinioni ai meno colti. Avere un minimo di istruzione è indispensabile per trovare lavoro, per prendere decisioni, per affrontare i problemi della vita quotidiana, per far valere le proprie ragioni, per capire ciò che avviene attorno a noi. In sostanza, l'istruzione rende gli uomini più capaci di affrontare la vita e quindi più forti e più liberi. Per queste ragioni la Costituzione, cioè la legge fondamentale del nostro paese, ha voluto garantire a tutti i cittadini un minimo di istruzione... Andare a scuola e istruirsi però non è soltanto un dovere, ma anche un diritto, cioè qualcosa che i cittadini devono avere, in quanto costituisce un bene fondamentale non solo per la società, ma soprattutto per loro stessi".
Ricordiamolo al Ministro dell'Istruzione, visti i continui tagli alla scuola pubblica, e magari ricordiamolo al Presidente del Consiglio attuale che puntualmente degrada la scuola pubblica.
Imparare la democrazia. Si parla dei quartieri e delle frazioni delle città. "Questa organizzazione del quartiere o della frazione ha dunque una funzione molto importante: attraverso le assemblee ed i Consigli di circoscrizione, la popolazione può prendere parte personalmente alle decisioni che la riguardano; può difendere l'ambiente in cui vive dai mali provocati dalla crescita disordinata della città e dalla speculazione edilizia; può cercare di migliorare le condizioni di vita del proprio paese, fornendolo dei servizi e delle strutture sociali mancanti. Non solo, ma partecipando alla vita del quartiere le persone escono dal loro isolamento, ed imparano che i loro problemi sono uguali a quelli degli altri, e che unirsi e lavorare tutti assieme è il modo migliore per risolverli. Imparano cioè la democrazia".
Questo è proprio il significato di democrazia: partecipare alla vita del nostro paese, perchè il Paese siamo noi, e la collaborazione di tutti lo può rendere migliore.
Partecipare per decidere. "E' molto importante che i cittadini partecipino attivamente alla vita del quartiere e del Comune: la partecipazione e l'interesse attivo della popolazione per i problemi della comunità locale, impediscono che chi ha il potere lo usi a proprio vantaggio". Questo pensiero lo si dobrebbe stampare in grande e portarlo alla Camera e al Senato: dobbiamo capire che la nostra classe politica non può fare quello che vuole, ma quello che vogliamo noi!
La comunità nazionale. "La comunità nazionale è anche la nostra patria. La patria non è il territorio sul quale vive una popolazione, e non è il governo che fa la legge su quel territorio, meno che mai è l'uomo che si trova in un dato momento al governo di quel territorio. La patria è quel nodo di solidarietà morali che tiene stretti assieme gli eredi della stessa tradizione civile. Queste parole di Gaetano Salvemini, che ti sembreranno forse un pò difficili, vogliono dire semplicemente che la patria è il legame che c'è fra gli Italiani per il fatto che essi hanno in comune storia e tradizioni, il legame che li fa essere una comunità. E quindi amare la patria vuol dire amare la comunità degli Italiani; vuol dire desiderare che non ci siano più Italiani che soffrono la fame, che sono analfabeti, che vivono nelle baracche, che sono disoccupati, che non possono curarsi; vuol dire desiderare che il nostro Paese non sia avvelenato dagli inquinamenti, che tutta la popolazione possa lavorare e vivere libera e in pace". Semplicemente e fortissimamente PATRIA.
Al prossimo post dedicato alla Parte Seconda - Lavoro e società.

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