martedì 18 ottobre 2011

NON C'E' SVILUPPO SENZA BANDA LARGA

E' il titolo di un interessante articolo di Giovanni Valentini apparso nella sua rubrica "Il sabato del villaggio" del quotidiano la Repubblica del 15 ottobre 2011: ne riporto alcune parti perchè trovo l'argomento di fondamentale importanza per lo sviluppo del paese.
Il 15 luglio 2008 (dunque oltre 3 anni fa...) Corrado Calabrò, in qualità di Presidente dell'Autorità di garanzia sulle Comunicazioni, alla pagina 22 della sua Relazione annuale al Parlamento (era da poco insediato l'ultimo governo Berlusconi) disse quanto detto proprio in questi giorni dalla Banca Mondiale, ovvero che l'aumento di ogni dieci punti del broadband accelera la crescita economica dell'1,38%, il che si tramuta nel fatto che la diffusione della banda larga tra le famiglie favorisce un aumento del Pil tra lo 0,1 e l'1,4%!! Stiamo parlando di una cosa importantissima che il governo ha sottovalutato, anzi ogni governo. Stiamo parlando di una delle infrastrutture più importanti a disposizione di un Paese per aumentare la velocità e la portata di trasmissione on-line di molti documenti accelerando (e di conseguenza aumentando) l'economia nazionale. Secondo recenti dati, la cosiddetta "Internet economy" rappresenta già il 2% del Pil italiano e il 34% delle imprese che ha potuto usufruire di questo sistema ha incrementato il numero di occcupati.
Basta guardare quello che scrive Wikipedia (la libera enciclopedia on-line) della banda larga: "La diffusione della banda larga è considerata un fattore di crescita economica ed occupazionale di un Paese in quanto in grado di ridurre il cosiddetto digital divide... Una velocità minima di connessione è un requisito tecnico irrinunciabile per la diffusione di alcuni servizi quali: telelavoro, telemedicina, Iptv, teleconferenza, videochiamata, l'avvio di un'attività a distanza... La disponibilità di una connessione a banda larga è praticamente indispensabile in qualunque sede di lavoro che richieda un'interazione via Internet con l'esterno". Pensate al tempo risparmiato dal non recarsi fisicamente presso alcuni uffici, evitando le code, evitando costi di carta e toner per stampante, la facilità di reperire materiale ovunque, ecc...
Dunque è una cosa assolutamente importante la banda larga per un Paese, figuriamoci per un paese come l'Italia ove le riforme sono ferme da molti anni e ancor più in questo grave e prolungato periodo di crisi economica: questa dovrebbe essere una delle riforme a cui un governo dovrebbe ricorrere per rilanciare l'economia italiana ferma di questi tempi. E invece il governo attuale ha tolto ben 800 milioni di euro dalla Finanziaria (destinati allo sviluppo della banda larga) per dirottarli su "interventi urgenti" di altri ministeri (che avevano già subito tagli drastici, come la Scuola e la Difesa). Non è tagliando che si rilancia un'economia, soprattutto quella italiana, in un Paese ove tutto è fermo. Ci vogliono riforme, anche impopolari, ma urgenti.
Come dice lo stesso Valentini a conclusione del suo articolo, "Non è una questione soltanto economica o tecnica: se è vero che nell'era della comunicazione globale il futuro della nostra società dipende da Internet, con tutto il suo potenziale di interattività e multimedialità, blog e social network, la banda larga rappresenta la condizione essenziale della crescita e dello sviluppo. E naturalmente, anche della vita democratica". Condivido pienamente.

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