domenica 6 novembre 2011

La scomparsa del SILFIO

Il silfio è una pianta estinta appartenuta probabilmente al genere Ferula (famiglia delle Apiaceae o delle Ombrellifere): cresceva in una ristretta zona costiera, della lughezza di circa 200 km per 60, in Cirenaica (attuale Libia), e in nessun'altra parte del pianeta. Considerato in genere come una specie estinta di "finocchio gigante" (qualcuno ritiene che in realtà appartenga alla specie non estinta Ferula tingitana), rappresentava un tempo la maggiore risorsa commerciale dell'antica città di Cirene per il suo utilizzo come spezia e medicinale. La pianta era così importante per l'economia cirenaica che divenne il simbolo della città ed era rappresentata in molte delle sue monete. Secondo la leggenda, la pianta era un dono del dio Apollo ed era ampiamente utilizzata dalla maggior parte delle antiche culture mediterranee (i Romani la consideravano "valere il suo peso in denarii.").
Vi parlo del silfio perchè ho trovato un bel articolo dedicato a questa pianta, scritto da Viviano Domenici sulla rivista Focus (http://www.focus.it/) nel numero di ottobre 2011, articolo intitolato "Silfio, l'argento vegetale". Già la leggenda narrava che Prometeo rubò una scintilla agli dèi per donare il fuoco agli uomini e la nascose all'interno della "narthex", ovvero una pianta da molti identificata con il silfio. Ma tralasciando la leggenda, è' stata ritrovata una coppa greca del 560 a.C. ambientata sul ponte di una nave, in cui Re Arcesilao II di Cirene se ne sta seduto su un seggiolino pieghevole con in testa un cappello a larghe falde e con in mano uno scettro, mentre davanti a lui alcuni uomini pesano sacchi di mercanzia con una grande stadera appesa al pennone. Sotto lo scranno reale è accovacciato un gatto mentre alcuni uccelli volano tra le vele e una scimmietta osserva dall'alto, seduta sull'alberatura. Cosa c'era di così prezioso in quei sacchi? Lo si è scoperto grazie ai "fumetti" che il pittore della coppa disegnò accanto alle figure: si trattava del silfio, proprio quella pianta ora estinta. Ma come mai era considerato così prezioso il silfio? Era prezioso sia in cucina sia in medicina.
In cucina, le particelle essicate o sotto aceto erano consumate come contorno, ma era soprattutto il lattice il più prelibato perchè, a contatto con l'aria, si aggrumolava e veniva usato per insaporire piatti di verdure ed arrosti di carne, o anche come condimento per trippe di maiale o di bue. Era apprezzato anche come correttivo del vino.
In medicina, invece, il silfio curava molti mali: disturbi circolatori, dolori articolari, gotta, sciatica, impotenza, tetano, asma, mal di gola, idropisia, epilessia, itterizia, affezioni ginecologiche, dolori mestruali, abbassamento della vista, insorgenza della cataratta e caduta dei capelli. Ma era consigliato anche come callifugo, digestivo, ricostituente, stimolante nei casi di prostrazione psicosomatica e come antidoto contro il veleno dei serpenti, addirittura come anticoncezionale e come abortivo! Certo, magari la pianta non aveva tutti questi poteri medicinali, comunque un fondo di verità senz'altro c'era.
Pensate, il silfio era così prezioso che a Roma la pianta e i suoi derivati venivano pagati con il corrispettivo del peso in argento e addirittura era conservato nel tesoro dell'Urbe accanto alle riserve d'oro. Ma la pianta misteriosamente scomparse, già in epoca romana. Si conoscono le sue capacità solo grazie alle monete di Cirene sulle quali è impressa la sua immagine. Fra le cause più plausibili della sua scomparsa c'è l'eccessivo sfruttamento dlela pianta in quel periodo da parte delle civiltà, oltre che dai pastori convinti che l'alimentaziopne a base di silfio valorizzasse i loro animali... Ma si parla anche di distruzioni intenzionali delle piante da parte degli operai addetti alla raccolta per protestare contro i datori di lavoro che si arricchivano sfruttandoli: si parla della desertificazione di quell'area; si parla anche dell'avidità dei governatori della provincia romana Creta et Cyrene i quali, dopo aver preso il potere dai coloni greci che avevano governato Cirene democraticamente per secoli, avrebbero cercato di massimizzare i profitti della loro provincia facendo coltivare intensivamente il silfio, ma rendendo in questo modo il suolo inadatto ad ospitare la pianta selvatica a cui si attribuiva il valore di medicinale (Teofrasto disse che il tipo di Ferula che veniva specificamente chiamata "silfio" aveva delle esigenze così particolari da crescere solo allo stato selvatico e da non poter essere coltivata con successo su di un terreno dissodato).
Fatto sta che la pianta è scomparsa, ormai da 2.000 anni, e certamente sarà difficile trovarne alcuni esemplari oggi visto che cresceva in una zona ristrettissima (lunga 200 km e larga 60). Ma se, quando ormai la pianta era data per scomparsa, ne fu trovato un esemplare fu prontamente inviato all'imperatore Nerone come preziosissimo dono, che succederebbe oggi se ne venisse riscoperto un esemplare?

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