domenica 6 novembre 2011

Le vere responsabilità nelle ALLUVIONI

Siamo di fronte all'ennesima alluvione, quello di Genova, con nuova perdita di vite umane, dopo quella disastrosa che ha colpito Spezzino-Lunigiana circa dieci giorni fa. Un articolo di Paolo Rumiz sul quotidiano la Repubblica di oggi mi ha fatto riflettere: proprio in queste settimane cade il 60° anniversario della gravissima alluvione del Polesine del novembre 1951. Novembre 1951-novembre 2011: quante alluvioni e quanti disastri sono accaduti nel (e al) nostro territorio. 1.443 frane ed alluvioni, con 2.570 morti e 52 miliardi di danni. Se ampliamo il discorso al periodo di tempo che va dal 1900 ad oggi, si sono contati in Italia quasi 2.000 eventi meteo eccezionali (quindi quasi 20 all'anno)!! Polesine 1951, Firenze 1966, Genova 1970, Valtellina 1987, Versilia 1996, Piemonte 1994 e 2000, fino alle recenti alluvioni (Messina 2009, Atrani e Genova 2010): sono rimaste nella memoria, ma non è servito a niente.
Sento in questi giorni le dure critiche che vengono rivolte al Sindaco di Genova, oltre a quelle già rivolte al Sindaco Alemanno in occasione del nubifragio che aveva colpito Roma poche settimane fa: personalmente ritengo che i Sindaci in queste occasioni abbiano poche responsabilità. Certo, riuscire a lanciare un allarme per tempo eviterebbe (forse) alcune vittime (ma non tutte), ma credo che le loro responsabilità siano minime, e vi spiego perchè.
La prima causa sta nelle precipitazioni eccezionali che si stanno verificando: un tempo molto meno diffuse, ora si stanno verificando in maniera molto più preoccupante. Si sta parlando di precipitazioni che scaricano a terra 500-600 mm d'acqua in poche ore, quantitativi davvero eccezionali: si tratta di 500-600 litri d'acqua per ogni metro quadro che cadono in poche ore, pensate voi quanti milioni e milioni di mq di pendii montuosi che scaricano quest'acqua nei torrenti e da qui nei fiumi. Si tratta di vere e proprie bombe d'acqua, degli tsunami incredibili di fronte ai quali nulla si può fare.
La seconda causa sta nell'ignoranza scientifica e culturale in cui versa ancora il nostro paese: in Italia non si è ancora riusciti a fare un coordinamento tra previsioni meteorologiche e prevenzione. Oggi le previsioni meteorologiche sono molto migliorate rispetto al passato: si riesce ad inviduare precipitazioni eccezionali con alcuni giorni di anticipo, addirittura stimarne gli elevati quantitativi e le zone limitate ove cadranno. L'esempio in questi giorni è del sito
http://www.ilmeteo.it/: da una settimana il sito ha lanciato l'allarme meteorologico ed idrogeologico proprio per Liguria e Piemonte, stimando per alcune zone 400-500 mm d'acqua. Per questo ieri il sito a lanciato un appello: "TV E GIORNALI: ASCOLTATECI". E condivido appieno il loro pensiero. Perchè di fronte a queste previsioni meteo così dettagliate non si riesce a creare una adeguata prevenzione? Perchè nelle sedi dei Comuni di fronte alle rilevazioni meteo in tempo reale (attive su tutto il territorio italiano) che danno precipitazioni accumulate già di 150-200 mm d'acqua non si lancia un'allarme nelle città? O, anzi, prima ancora che si verifichino gli eventi meteo? Del tipo: non uscire di casa, chiudere le scuole, mettere al riparo le auto dalle strade, salire ai primi piani, ecc... Non si evitano i danni, ma le perdite di vite umane sì. In questo manca un cultura scientifica da parte di tutta la popolazione, e in ciò scuola e Comuni devono fare la loro parte importante.
La terza causa sta in quello che in questi decenni non è stato fatto e non si è potuto fare: tra quello che non si è fatto ci sono ad esempio i bacini di raccolta acqua da realizzare lungo i fiumi a monte dei paesi (in modo da raccogliere l'acqua in eccesso e rilasciarla piano piano) o i canali di sfogo da realizzare a partire dai fiumi per portare via parte dell'acqua in eccesso; tra quello che non si è potuto fare, c'è la manutenzione di fiumi e torrenti in questi ultimi anni visti i continui tagli ai fondi destinati a ciò (nel 2008 lo Stato ha finanziato 550,6 milioni di euro per i dissesti idrogeologici, quest'anno sono appena 83,9, con una riduzione di ben l'84%!!!). Per quanto riguarda i bacini di raccolta questi costano mediamente 150 milioni di euro l'uno: i Piani di Assetto Idrogeologico hanno già mappato tutto il territorio italiano ed individuato quali bacini realizzare, ma servirebbero in tutto 44 miliardi di euro. Questi soldi i Comuni non li possono avere, solo lo Stato può farlo, ma non lo fa (e qui si potrebbe aprire un lungo capitolo sugli sprechi delle spese dello Stato...).
Quindi certamente nell'immediato è necessaria una collaborazione tra previsioni meteorologiche e prevenzione: la diffusione di cultura scientifica tra la popolazione e nei Comuni eviterebbe la perdita di vite umane. Per quanto riguarda la prevenzione dei danni, certamente una migliore manutenzione del territorio ed una edificazione controllata migliorerebbe le cose, ma continueremo a pagare per gli errori del passato, ecco perchè uno Stato Democratico dovrebbe trovare fuori i fondi ad ogni costo per evitare queste alluvioni (bacini di raccolta, canali scolmatori, ecc...). Per quanto riguarda le precipitazioni eccezionali, beh qui forse è in atto un cambiamento climatico (di cui è probabilmente complice l'uomo..) del quale nell'immediato neulla si può fare (e credo neppure in futuro...).

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