domenica 23 dicembre 2012

Investire nella RICERCA

Lo scorso settembre 2012, tra il 28 ed il 30, si è tenuto a Trieste il Salone Europeo dell'Innovazione e della Ricerca scientifica, al quale ha partecipato anche Helga Nowotny, in qualità di Presidente del Consiglio scientifico dell'ERC (ovvero il Consiglio Europeo della Ricerca, l'organizzazione che offre sostegno finanziario ai migliori ricercatori d'Europa, http://erc.europa.eu/): come si può verificare su wikipedia, "Il Consiglio Europeo della Ricerca (in inglese European Research Council - ERC) è la prima agenzia dell'Unione Europea dedicato al supporto della ricerca scientifica di frontiera incentrata sul ruolo del ricercatore investigator. Fa parte del Settimo Programma Quadro (FP7), che è succeduto al Sesto Programma Quadro (FP6) nel 2007. Il Consiglio Europeo della Ricerca è simile alla National Science Foundation negli Stati Uniti. Il Consiglio Europeo della Ricerca è un'agenzia indipendente per il finanziamento in Europa della ricerca di frontiera in tutte le discipline, dalle scienze matematiche, fisiche e naturali all'ingegneria alle discipline umanistiche. È stato formalmente costituito nel 2 febbraio 2007 nell'ambito del Trattato Europeo, mediante un atto comune delle istituzioni dell'Unione Europea (la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Europeo). Creato per fornire una nuova competitiva filosofia di finanziamento, basata sull'eccellenza come solo criterio di successo, l'ERC mira a creare nuovi standard per la ricerca in un continente di 500 milioni di persone in 39 paesi con un'economia collettiva di 15 trilioni di euro. L'ERC è un'istituzione inclusiva che mira all'eccellenza indipendentemente dalla nazionalità, genere o paese".
Sul tema la signora Helga Nowotny è stata intervistata dalla rivista scientifica italiana Focus (http://www.focus.it) nel numero 239 di settembre 2012. Il tema principale è che i tagli alla ricerca non sono un problema solo italiano, ma anche di molti altri stati europei dove la politica di austerità (intrapresa per superare la gravissima crisi economica in atto) rischia di soffocare le migliori menti di tutto il nostro continente. Anzitutto, alcuni dati. Nel 1985 il paese del pianeta che investiva di più in ricerca erano gli USA (con il 2,75% del proprio Pil investito), seguiti da Svezia (2,73), Germania (2,60), Giappone (2,58) e Svizzera (2,51), mentre l'Italia era al 17° posto (con l'1,1%)... Nel 2010, 25 anni dopo, al 1° posto figura (con grande sorpresa!) Israele (con ben il 4,4% del proprio Pil), seguito dalla Svezia (3,51%, in aumento rispetto al 2,73 di 25 anni prima), Finlandia (3,36% che sale dall'11° posto del 1985), addirittura Corea del Sud (3,13) e gli USA (2,85%, in calo dal 1° posto del 1985 ma comunque con una percentuale leggermente più alta rispetto a 25 anni prima). E l'Italia? Dal 17° posto passa al... 25°, con l'1,08% di Pil investito in ricerca, tra l'altro in calo rispetto a 25 anni prima!!! Non avevo dubbi, viste le forze politiche (di ogni schieramento politico) che negli ultimi 20-25 anni nulla hanno fatto in merito. Perchè? Come dice la signora Nowotny nell'intervista "La crisi potrebbe anche offrire un'opportunità per ripensare il futuro dell'Europa e riflettere sulla necessità di finanziare la ricerca e l'istruzione. Perchè solo scienza e ricerca offrono una prospettiva a lungo termine per noi. Questi strumenti ci aiutano a capire come funziona il mondo e, di conseguenza, a comprendere che cosa ci ha portato alla drammatica trasformazione economica e sociale che stiamo vivendo". Ha perfettamente ragione! Condivido quando dice che in Italia ci sono istituti di formazione e ricerca eccellenti, che però si trovano davanti due grossi problemi: la mancanza di opportunità per i giovani ricercatori (costretti ad emigrare all'estero) e la mancanza di prevedibilità a lungo termine dei finanziamenti (continui tagli alla ricerca nel corso degli anni senza considerare la qualità dei progetti).
Ecco perchè tutto è, come dovrebbe essere in tutte le democrazie, in mano alle forze politiche: purtroppo in Italia abbiamo delle forze politiche incapaci. Quale forza politica italiana negli ultimi 20 anni ha parlato di investimenti sulla ricerca durante la campagna elettorale ed ha successivamente puntato nei vari gorverni sulla ricerca (e potrei dire che lo stesso vale per la cultura, l'ambiente e l'istruzione)? Nessuna! Nessuna si è resa conto che i finanziamenti alla ricerca (e non solo) sono non solo una spesa di bilancio ma un investimento per il futuro. Ho purtroppo seri dubbi in futuro che ciò cambi, vista l'attuale classe politica, ma confido nell'ERC...

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