venerdì 28 dicembre 2012

"UN DIRITTO NON E' MAI UN PERICOLO"

Pochi giorni fa il Pontefice ha detto (diciamo ribadito, per l'ennesima volta) che l'estensione alle persone omosessuali del diritto a sposarsi è un attentato alla pace, alla giustizia e alla dignità umana! Inquietante! Un bellissimo articolo di Chiara Saraceno sul quotidiano la Repubblica di pochi giorni fa, intitolato “Un diritto non è mai un pericolo” dovrebbe far riflettere, e non poco, la Chiesa. Ma poi questa Chiesa chi è? Cosa vuole da noi? Perché la Chiesa interferisce nel nostro ordinamento? Se non ricordo male, noi italiani facciamo riferimento ad una certa Costituzione (bellissima, tra l'altro) che all'art. 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
Dice la Saraceno nel suo articolo: “Era già una forzatura equiparare il diritto all'aborto e a chiedere di essere aiutati a morire alle uccisioni che si effettuano in guerra e ai genocidi che spesso accompagnano le guerre civili. Perché si confondono feti con esseri umani già compiuti, vittime con carnefici, la libertà di disporre di sé con la violenza su altri... A meno che il Pontefice non voglia suggerire che l'approvazione di una legge sui matrimoni tra omosessuali produrrebbe una guerra civile, ciò che è smentito da quanto (non) è avvenuto nei Paesi che hanno una legge del genere. Mentre, viceversa, molti Paesi che vietano l'aborto (e anche la contraccezione) puniscono le donne che vi ricorrono e mettono al bando gli omosessuali sono governati da dittature violente e talvolta anche guerrafondaie”. Sarebbe questo il volere di Dio? Non dovremmo essere tutti uguali davanti a lui? Per la Chiesa, questa Chiesa, sembra proprio di no. E dov'è la Chiesa di fronte alle continue uccisioni di donne in Italia? In questo 2012 sono quasi 140... O è d'accordo (come sembra, visto il silenzio assordante...) col parroco ligure che ha detto (e scritto) pochi giorni fa che molto spesso le donne vengono violentate perché sono provocatrici? Poi purtroppo lo Stato si fa condizionare da questa Chiesa: un paese democratico (il nostro) che non ha una legge sulle coppie di fatto, che non consente il matrimonio tra omosessuali, che non ha una legge sull'omofobia, razzista, maschilista, che ad ogni aborto scatena polemiche. Questo è un paese democratico? Continua la Saraceno: “Dà l'impressione che al Pontefice e alla gerarchia cattolica interessi di più porre il proprio veto sulle legislazioni degli Stati Democratici, in termini di libertà nell'ambito della sessualità e della riproduzione, che non condannare le guerre (o le incursioni) preventive e le violenze sulle popolazioni inermi. Più che un monito contro i signori della guerra, sembra un monito contro la laicità dello Stato”
Condivido pienamente le parole della giornalista: è davvero sconcertante quanto la Chiesa pensa e dice, interferendo con lo Stato e di conseguenza con la nostra vita. Propongo una cosa: stampiamo ognuno di noi una o più copie della Costituzione italiana (al sito http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html) e  portiamole nella nostra parrocchia: bastano le pagine dei princìpi fondamentali (i primi 12 articoli) ed evidenziamo gli articoli inerenti (2-3-7-8-11). Forse potrebbe aiutare a cambiare qualcosa...

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