domenica 20 gennaio 2013

Approvare la legge sugli SPAZI VERDI URBANI!

Poche settimane fa è stato approvato al Senato un disegno di legge sulla tutela degli alberi monumentali italiani e sugli spazi verdi urbani: purtroppo, con la caduta del Governo lo scorso dicembre il progetto di legge nazionale si è arenato e quindi non è stato approvato alla Camera! Lo avevamo aspettato per tanti anni, ora c'eravamo ad un passo e... puff, svanito: speriamo nella prossima legislatura...
Alcuni dati sul verde in Italia. Ci sono nel nostro Paese circa 12 miliardi di alberi, che coprono all'incirca 1/3 del territorio nazionale; 10,4 milioni gli ettari coperti da foreste, di cui 2 milioni cresciuti (questo è un dato positivo!) negli ultimi 20 anni; le regioni con più alberi sono l'Emilia Romagna (1.816 piante per ettaro), l'Umbria (1.815), le Marche (1.779), la Sicilia (790) e la Valle d'Aosta (708). Tra tutti questi alberi ci sono quelli denominati “monumentali”, per i quali come detto non c'è mai stata (e non c'è tuttora) una legislazione che li protegga. Stiamo parlando di piante secolari che hanno visto la storia dle nostro paese: i Cipressi di Bolgheri a Castagneto Carducci (LI) cantati da Giosuè Carducci nella sua poesia “Davanti San Guido”; la Nonna Quercia a Castelvetro Piacentino (VI) con 20 metri d'altezza, 4 metri di circonferenza del tronco e 35 metri di diametro della chioma; il Castagno dei Cento Cavalli a Sant'Alfio (CT) con un'età stimata tra i 2.000 e i 4.000 anni, il cui nome deriva dai destrieri che secondo la leggenda trovarono riparo sotto di esso durante una tempesta; il Pino dell'Aspromonte a Reggio Calabria, sotto il quale il 29 agosto 1862 Giuseppe Garibaldi fu soccorso dopo essere stato ferito dall'esercito regio; la Quercia delle Cento Pecore a Scorrano (LE) che è alta oltre 14 metri ed ha una chioma con diametro di 17 metri; l'olivastro S'Ozzastru a Luras (OT) che ha tra i 3.000 e i 4.000 anni ed un'altezza di 14 metri; i Platani di Villa Borghese a Roma piantati nel XVII secolo; la Quercia Vallonea di San Sebastiano a Galatina (LE) che ha circa 300 anni; e tantissimi altri (vedete il sito http://www.molisealberi.com/alberiitalia.asp). Purtroppo tutto l'impianto naturale italiano è in pericolo: la famosa legge Rutelli, che prevedeva di piantare un albero per ogni bimbo nato, non viene quasi mai applicata; gli enti pubblici dedicano al verde addirittura meno dell'1% del loro bilancio (nel Nord Europa siamo al 2-3%), e per questo non si combattono malattie, disboscamenti, incendi, ecc... Il progetto di legge arenato al Governo era senz'altro una buona cosa per il nostro Paese, anche perchè non c'è mai stata una legge in materia: tale progetto di legge prevede una multa salatissima (anche fino a 100.000 euro) per chi, per errore e comunque senza il permesso della Forestale, dovesse abbattere un albero storico monumentale italiano. Tale progetto è composto da 8 articoli e tra questi uno istituisce il 21 novembre la Giornata nazionale degli Alberi (festa già organizzata annualmente da Legambiente), durante la quale il ministero dell'Ambiente dovrà organizzare incontri nelle scuole di sensibilizzazione al patrimonio urbano. Col circolo di Legambiente di Cologna Veneta -VR- (circolo PERLA BLU, di cui sono co-fondatore nel 2006 e da allora Segretario, http://www.perlablu.it) proprio tra lo scorso novembre e dicembre abbiamo organizzato la Festa dell'Albero con i bambini delle scuole elementari ed è stata un'esperienza davvero incredibile ed unica.
Siamo pertanto nelle mani della nostra classe politica, ahimè devo aggiungere: questa tanto attesa legge si è arenata e sarà quindi compito della prossima legislatura tirarla fuori dal cassetto ed approvarla definitivamente. Certamente la prossima legislatura dovrà decidere urgentemente su svariati temi per rifondare il nostro Paese in questo momento così drammatico (lavoro, occupazione, rilancio economico, legge elettorale, spending review, giustizia, burocrazia, ecc...), ma quello della protezione delle nostre aree verdi non è da meno: in pochi mesi la nuova classe dirigente ce la potrebbe fare (basta la volontà...). Non possiamo permetterci di continuare con la distruzione e con la continua messa in pericolo di questo immenso patrimonio, sia per il suo forte impatto naturalistico sia per ciò che rappresenta da un punto di vista storico.

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